Mercati – Altra chiusura in calo su timori inflazione, Milano a -2,8% e spread a 239 bp

Ancora una giornata negativa per l’azionario, dopo il sell-off di venerdì innescato dalle preoccupazioni legate all’inflazione e all’impatto di una politica monetaria più rigida.

Il Ftse Mib di Milano termina in ribasso del 2,8% a 21.918 punti. In rosso anche il Cac 40 di Parigi (-2,7%), il Dax di Francoforte (-2,4%), l’Ibex 35 di Madrid (-2,4%) e il Ftse 100 di Londra (-1,5%) mentre a Wall Street peggiorano ulteriormente Dow Jones (-2,2%), S&P500 (-2,9%) e Nasdaq (-3,7%).

L’inattesa accelerazione dei prezzi al consumo statunitensi, in attesa dei dati sui prezzi alla produzione, ha aumentato le pressioni sulla Federal Reserve affinché intensifichi il proprio percorso di strette monetarie.

In vista delle prossime tre riunioni da qui a settembre, la prima delle quali questa settimana, l’ipotesi più probabile sembra quella di due ritocchi da 50 punti base e uno da 75 punti, il primo di tale entità dal 1994.

Aspettative che si riflettono nel comparto obbligazionario, con i rendimenti dei Treasury in rialzo soprattutto sulle scadenze a breve. Il biennale è salito sui massimi dal 2007 mentre il tasso sul trentennale è scivolato sotto quello del titolo a cinque anni, segnalando il rischio di recessione.

In Europa, lo spread Btp-Bund si allarga ulteriormente a 239 punti base, con il rendimento del decennale italiano che si impenna di 27 bp arrivando al 4%.

Secondo gli esperti di Morgan Stanley e Goldman Sachs, peraltro, le valutazioni dell’azionario non scontano ancora a pieno i grandi rischi che gravano sugli utili aziendali e sulla domanda di consumi. I mercati devono inoltre fare i conti con la recrudescenza del Covid in Cina e le conseguenze della guerra in Ucraina, che penalizzano soprattutto la supply chain globale.

Le differenti politiche monetarie delle banche centrali hanno effetti sul Forex, dove l’euro/dollaro si deprezza ancora a 1,043 mentre il cambio tra biglietto verde e yen torna in area 134,2 dopo aver toccato un massimo dal 1998 oltre quota 135.

Tra le materie prime, proseguono in calo le quotazioni del greggio, con il Brent (-1,2%) a 120,6 dollari e il Wti (-1,2%) a 119,2 dollari.

Dall’agenda macro si segnalano i dati Istat sul tasso di disoccupazione del primo trimestre 2022, in calo all’8,6% rispetto al 9% dell’ultimo trimestre 2021 (rivisto da 9,1%).

Tornando a Piazza Affari, sul Ftse Mib spiccano i cali di Saipem (-14,8%) dopo il raggruppamento delle azioni in vista dell’aumento di capitale, Nexi (-7,9%), Amplifon (-7,2%) e Iveco (-7,2%) mentre chiudono in controtendenza Campari (+1,9%) e Recordati (+1,5%).