Mercati asiatici – Contrastati con focus sulla politica ultra accomodante della Bank of Japan

Seduta contrastata per i maggiori listini asiatici dopo che la Banca del Giappone ha mantenuto una politica monetaria ultra accomodante mentre a livello globale restano i timori di una recessione economica.

L’istituto nipponico ha confermato, come previsto, il suo obiettivo di tasso a breve termine a -0,1% e quello per il rendimento delle obbligazioni a 10 anni intorno allo 0%.

Per il momento, la Banca centrale giapponese “sosterrà il finanziamento, principalmente delle imprese, e manterrà la stabilità sui mercati finanziari e non esiterà ad adottare ulteriori misure di allentamento, se necessario; prevede inoltre che i tassi di interesse ufficiali a breve e a lungo termine rimangano ai livelli attuali o inferiori”.

Interventi che risultano in controtendenza rispetto a quelli delle altre banche centrali che stanno optando per mosse più restrittive.

Il tutto al termine infatti di una settimana che ha visto la Federal Reserve alzare i tassi di interesse dello 0,75%, il maggior ritocco dal 1994, la Bank of England incrementare il costo del denaro di 25 punti base, aprendo a manovre più restrittive se necessario, e la banca centrale svizzera aumentare a sorpresa il tasso d’interesse sui depositi per la prima volta dal 2007.

Sul forex, il cambio euro/dollaro scende in area 1,052 mentre il dollaro/yen sale a 134,00. Tra le materie prime, petrolio in frazionale ribasso con il Brent (-0,2%) a 119,6 dollari al barile e il Wti (-0,3%) a 117,3 dollari al barile. Oro a 1.848 dollari l’oncia (-0,1%).

Tornando ai listini asiatici, Cina positiva con Shanghai e Shenzhen entrambi a +0,8%. Hong Kong a +1,4%.

Giappone invece in calo con Nikkei e Topix che cedono l’1,4%.

Il tutto dopo che ieri a Wall Street il Nasdaq ha ceduto il 4,1%, lo S&P500 il 3,3% e il Dow Jones il 2,4%.