Crédit Agricole ha presentato il Piano a Medio Termine 2022-2025, che evidenzia un utile netto di pertinenza del gruppo superiore a 6 miliardi entro il 2025 (oltre 5 miliardi nel 2022).
Il ROTE (ritorno sul patrimonio netto tangibile) è previsto oltre il 12% nel 2025 (contro un dato superiore all’11% nel 2022).
I ricavi sono attesi in crescita in tutte le linee di business, con un tasso di crescita medio annuo FY2021A-FY2025E di circa il 3,5%.
Il CET1 del gruppo entro il 2025 è visto maggiore o uguale al 17%.
Il piano di basa su quelle su “ipotesi conservative” di crescita moderata (intorno all’1,9% nell’area euro entro il 2025) e un contenuto rialzo dei tassi entro il 2025 (swap a 10 anni intorno all’1,65% nel 2025).
Inoltre, il piano prevede un’assunzione di costo del rischio di 40 bp per la capogruppo Crédit Agricole (25 pb a livello di gruppo), in linea con il precedente Piano a Medio Termine.
“Nel 2025 è previsto un target di oltre un milione di clienti in più”, ha sottolineato Xavier Musca, Vice Direttore Generale di Crédit Agricole.
“La politica di distribuzione dei dividendi, pari al 50% degli utili in contanti, consentirà di coniugare remunerazioni attraenti per gli azionisti con il finanziamento della crescita del gruppo”, ha spiegato Jerome Grivet, vicedirettore generale.
In un periodo di lungo termine, dal 2030 in poi il gruppo sta organizzando e strutturando due nuove linee di business, con il lancio di Crédit Agricole Transitions & Energies, per rendere le transizioni energetiche accessibili a tutti e accelerare l’avvento delle energie rinnovabili, e Crédit Agricole Santé & Territoires, per facilitare l’accesso all’assistenza sanitaria e ai servizi di cura per gli anziani.