La multinazionale con base in Italia opera a livello globale in settori chiave delle tecnologie abilitanti la transizione energetica, sviluppando componenti essenziali degli apparecchi di riscaldamento domestico e misurazione dei consumi. La società ha sempre svolto un ruolo fondamentale nei passaggi che hanno contraddistinto le tappe dello sviluppo sostenibile, agendo da propulsore dell’innovazione e del miglioramento continuo in ottica “green”. Con il nuovo piano di sostenibilità al 2025 presentato a inizio maggio, SIT si è impegnata a rafforzare la propria leadership nelle soluzioni a idrogeno, con l’obiettivo di contribuire al raggiungimento della neutralità dal carbonio entro il 2050.
La Commissione europea sta spingendo l’acceleratore sul mercato dell’idrogeno verde, una materia prima rinnovabile su cui sta puntando molto nell’ambito di un mix equilibrato con altre fonti, per affrancare l’Europa dalla dipendenza dalla Russia ed in generale da qualsiasi dipendenza futura in campo energetico.
Nelle scorse settimane, Bruxelles ha varato il Piano RePowerEu che interviene su tre livelli: dal lato della domanda con l’efficienza energetica, dal lato dell’offerta con la diversificazione delle importazioni di combustibili fossili e l’accelerazione della transizione energetica. Tutto questo con l’obiettivo di diventare climaticamente neutrali entro il 2050.
Tra le iniziative proposte figura anche un potenziamento dell’idrogeno, fissando l’obiettivo di 10 milioni di tonnellate di produzione di idrogeno rinnovabile e 10 milioni di tonnellate di importazioni entro il 2030, per sostituire gas naturale, carbone e petrolio nelle industrie e nei settori dei trasporti difficili da decarbonizzare.
A questo scopo sono stati sono stanziati ulteriori 200 milioni di euro per la ricerca e la Commissione si è impegnata a completare la valutazione dei primi importanti progetti di comune interesse europeo entro l’estate.
Tomaso Valdinoci, Chief Product Officer di SIT, spiega in questa intervista rilasciata a Market Insight la strategia della società sul tema della Hydrogen Economy e le principali iniziative in tale ambito.
Quali sono i vantaggi dell’idrogeno rispetto ad altre fonti?
“L’idrogeno è uno dei perni della transizione energetica, così come configurata dall’Unione europea. È pulito e non inquina (il risultato della combustione a idrogeno è vapore acqueo), presentando quindi enormi potenzialità non solo per i trasporti, ma per tutti gli impieghi civili e industriali per la sostituzione dei combustibili fossili. Se riusciremo a produrne in quantità sufficiente, sarà una rivoluzione”.
“L’idrogeno non è però una fonte di energia, ma un vettore energetico, così come l’elettricità. Ha il fondamentale vantaggio di poter essere accumulato, anche in grande quantità e per tempi lunghi, con minori costi e volumi. In tal modo si può ritenere complementare all’utilizzo di energia elettrica rinnovabile, poiché permette di superare l’ostacolo della non prevedibilità ed intermittenza delle fonti rinnovabili, come solare ed eolico, nonché della loro naturale stagionalità, con la loro maggiore disponibilità in estate mentre la maggiore domanda di energia per usi termici si verifica notoriamente in inverno”.
“L’uso dell’idrogeno consente, inoltre, di avere a disposizione una grande quantità di energia immagazzinata, utilizzando le infrastrutture esistenti di distribuzione e stoccaggio del gas. Non richiede quindi investimenti molto elevati per espandere l’attuale rete di distribuzione elettrica, che non è dimensionata per i futuri consumi prevedibili in uno scenario alternativo di sola forte elettrificazione dei consumi energetici, che non preveda un ruolo importante per l’uso di idrogeno”.
Quali sono le principali sfide/difficoltà nel passaggio all’hydrogen economy? Qual è l’iter normativo?
“In primo luogo, c’è un limite tecnico. Rispetto all’energia elettrica l’idrogeno è più difficile da trasportare, soprattutto per una distribuzione capillare. Poi c’è un problema di disponibilità. Idrogeno verde se ne produce molto poco, in modo non ancora efficiente e ancora molto costoso”.
“Anche per questo regolatori e legislatori orientano l’esigua produzione di idrogeno verso il settore industriale e dei trasporti. Eppure gli edifici residenziali, direzionali e industriali consumano circa il 50% dell’energia prodotta mentre, solo in Italia, gli edifici residenziali sono responsabili del 53% delle emissioni di pm10, secondo lo studio realizzato nel 2021 da Elemens per Legambiente e Kyoto Club. È quindi fondamentale prevederne l’uso anche in ambito residenziale, magari distribuendolo miscelato in percentuali crescenti al gas naturale nelle nostre case, se vogliamo cominciare a ridurre in tempi rapidi le emissioni climalteranti”.
“Dal punto di vista normativo c’è un processo già in corso, dato che l’idrogeno è usato da tempo, anche se solo in ambiti specifici e non in larga scala, e quindi non stiamo partendo da zero: possiamo, in questo senso, applicare all’idrogeno la lunga esperienza fatta in passato nell’uso dei gas combustili”.
“Ci sono, infatti, in corso d’opera, sia a livello italiano con il Comitato Italiano Gas che a livello Europeo in ambito CEN, numerose iniziative di aggiornamento delle normative esistenti per l’utilizzo dell’idrogeno. L’obiettivo è definire in tutto il continente europeo gli standard tecnici comuni per la produzione, per le infrastrutture, la distribuzione e l’utilizzo finale dell’idrogeno”.
“Per arrivare a questo obiettivo serve un quadro normativo coerente che la Commissione punta a completare nel corso del decennio, propedeutico allo sviluppo di un grande mercato dell’idrogeno europeo. In ogni caso sono già disponibili protocolli di prova per certificare apparecchi domestici funzionanti a idrogeno, come le caldaie residenziali, che hanno soddisfatto tutti i requisiti previsti dal Regolamento Europeo per gli apparecchi a Gas (EU/2016-426) per un funzionamento sicuro e affidabile allo stesso livello dei prodotti che utilizziamo abitualmente nelle nostre case”.
Come si inserisce SIT in questo scenario? Quali iniziative sono state adottate in questo ambito?
“SIT vuole guidare il cambiamento verso la transizione energetica agendo come partner sostenibile per la creazione di soluzioni per l’efficienza energetica e la tutela delle risorse naturali. In tale contesto, definito anche dal Piano di Sostenibilità al 2025 “Made to Matter”, stiamo lavorando da anni allo sviluppo di componenti, soluzioni e prodotti funzionanti al 100% con l’idrogeno verde”.
“Li abbiamo già testati, certificati e messi in uso sia nella divisione Heating, sia nella divisione Metering. In particolare, un nostro contatore domestico 100% idrogeno è stato presentato alla COP26 di Glasgow l’autunno scorso, mentre abbiamo sviluppato delle valvole per caldaie 100% a idrogeno per Worcester Bosch”.
“Inoltre, il nuovo quartier generale di SIT, in fase avanzata di costruzione a Padova, è stato progettato per ospitare i laboratori dove svolgeremo attività sistematica di Ricerca e Sviluppo proprio sull’idrogeno, aperto ai test con i nostri clienti e alle università. Infine, posso dire che siamo pronti a produrre e fornire sia prodotti finiti, come appunto i contatori, sia tutta la componentistica per l’area riscaldamento”.
Come procede il progetto Hy4heat in UK e in quali altri paesi sono state avviate le sperimentazioni?
“Il progetto con il ministero dello sviluppo economico britannico è formalmente concluso. Sono stati certificati e consegnati i campioni dei contatori domestici e industriali. Alcuni di questi sono stati utilizzati a Gateshead, una città nel nord Inghilterra, per delle abitazioni alimentate esclusivamente a idrogeno. I contatori sono funzionanti e non danno problemi. Ci sono al momento altri 10 work packages in Inghilterra ed uno di questi è relativo alla sperimentazione di caldaie 100% idrogeno”.
“Per quanto riguarda gli altri paesi, negli ultimi mesi ci sono stati contatti con utilities di distribuzione anche in Italia, Olanda e Germania che stanno studiando la distribuzione di idrogeno, o miscele di idrogeno e metano, e chiedono informazioni e come eventualmente testare i contatori. Infine, che ci sia molta attenzione nel settore lo dimostra la richiesta di un’università australiana di poter studiare il contatore domestico 100% idrogeno verde sviluppato da MeteRSit”.