Il governo è pronto a garantire una linea di credito bancaria da 2 miliardi di euro per Telecom Italia. Lo riferisce Reuters, citando tre fonti vicine alla questione.
Il ministro dell’Economia Daniele Franco dovrebbe firmare il decreto di concessione della garanzia statale questa settimana. La linea di credito sarà fornita da un pool di banche che comprende UniCredit, BNP Paribas, Credit Agricole e Santander.
Il prestito, garantito all’80% dallo Stato attraverso SACE, servirà a sostenere le finanze di Tim, mentre l’amministratore delegato, Pietro Labriola, lavora al piano di rilancio del gruppo incentrato sulla separazione delle attività di rete fissa da quelle di servizi.
Intanto, comincia a delinearsi la suddivisione degli attuali dipendenti italiani di Tim nelle società che nasceranno dalla nuova struttura organizzativa. Secondo fonti di stampa, circa 20 mila dipendente confluiranno nella divisione della rete e 15 mila in quella dei servizi, mentre i restanti (circa 8 mila) passeranno a TopCo, società controllata da ServCo che dovrebbe accorpare i clienti Top di Tim, Noovle (cloud), Telsy (cybersecurity) e Olivetti (Internet of Things).
Secondo il piano, che verrà presentato il 7 luglio, gli asset di rete di Tim verranno combinati con quelli di Open Fiber per dare vita alla rete unica. Resta il nodo legato alla valorizzazione dell’infrastruttura di Telecom, che il primo azionista Vivendi valuta non meno di 31 miliardi (incluso il debito). I transalpini intendono rimanere nel capitale della ServCo una volta realizzata la divisione degli asset.