I futures sull’azionario Usa oscillano intorno alla parità, preannunciando una partenza incerta a Wall Street con gli operatori che continuano a monitorare i dati macroeconomici per valutare l’outlook dell’economia e la risposta delle banche centrali all’inflazione.
Chiusura in rosso ieri per i principali indici americani, che hanno ripreso un po’ inaspettatamente la discesa trascinata al ribasso dal settore tecnologico. Il Nasdaq ha perso il 3%, lo S&P 500 il 2% e il Dow Jones l’1,6%.
Gli investitori sembrano essere scettici sulla possibilità che la Federal Reserve riesca ad evitare una recessione a seguito del rapido ciclo di rialzi dei tassi di interesse, nonostante i tentativi dei membri dell’istituto di Washington di sminuire tale rischio.
Il presidente della Fed di New York, John Williams, e quello della Fed di San Francisco, Mary Daly, hanno riconosciuto la necessità di raffreddare l’inflazione, insistendo però sul fatto che un impatto “morbido” sia ancora possibile.
Sempre in tema banche centrali, attesi in giornata gli interventi al forum di Sintra del numero uno della Bce, Christine Lagarde, del governatore della Bank of England, Andrew Bailey, e del chairman della Fed, Jerome Powell.
Secondo il membro del consiglio direttivo della Bce Gediminas Simkus, l’Eurotower dovrebbe considerare una stretta di entità doppia rispetto a quella da 25 punti base in programma nel caso in cui l’outlook dell’inflazione dovesse peggiorare.
Intanto, la stima preliminare dell’indice dei prezzi al consumo in Germania ha evidenziato un inatteso rallentamento a giugno, evidenziando un incremento dello 0,1% su base mensile dopo il +0,9% di maggio (+0,4% il consensus) e un +7,6% su base annua (7,9% il consensus).
Sempre sul fronte macro, la lettura finale del Pil Usa del primo trimestre è stata rivista a -1,6% rispetto al -1,5% indicato in precedenza, complice la riduzione della crescita di consumi personali dal +3,1% al +1,8%.
























