Il Consiglio di amministrazione di Trevi ha approvato i risultati dell’esercizio 2021, chiuso con ricavi pari a 494,6 milioni rispetto ai 491,3 milioni del 2020.
Gli indicatori Ebitda ricorrente ed Ebitda sono pari, rispettivamente, a circa 49,6 e 42,5 milioni, mentre l’Ebit è risultato negativo per 5,6 milioni, in decremento di 6,2 milioni rispetto all’esercizio precedente (+0,5 milioni).
Il risultato netto di pertinenza del Gruppo al 31 dicembre 2021 è negativo per 52,9 milioni rispetto all’utile netto per 241,5 milioni nel 2020, influenzato positivamente dagli effetti dell’implementazione dell’operazione di ripatrimonializzazione e di ristrutturazione dell’indebitamento completata il 29 maggio 2020, che aveva generato complessivamente un effetto netto positivo di circa 280,3 milioni.
Dal lato patrimoniale, l’indebitamento finanziario netto è risultato pari a 252 milioni, in miglioramento rispetto ai 269 milioni al 31 dicembre 2020.
Il portafoglio lavori al 31 dicembre 2021 è pari a 454,6 milioni con un aumento del 43%, pari a 137,1 milioni rispetto a dicembre 2020 (il portafoglio lavori al 31 dicembre 2020 era pari a 317,5 milioni). Gli ordini acquisiti nell’esercizio 2021 a livello di Gruppo ammontano a circa 600,2 milioni, in aumento del 41%, pari a circa 175 milioni rispetto al medesimo periodo dell’esercizio precedente (l’order intake nel 2020 era di circa 425,4 milioni).
Per quanto riguarda l’evoluzione della gestione, nel 2022 i ricavi sono attesi in aumento rispetto al 2021 ad un tasso compreso tra il 6 ed il 10%. L’acquisizione di nuovi ordini nel 2022 è prevista allineata a quella dell’esercizio 2021 anche in virtù del buon andamento delle acquisizioni nel primo semestre. Nel corso dei prossimi mesi, infine, proseguiranno le attività per raggiungere il nuovo accordo con le banche finanziatrici, che Trevi auspica potrà avvenire entro il mese di agosto 2022