Mercati – Maggiori indici in ribasso, Cina contiene le vendite

Seduta complessivamente all’insegna della lettera anche in Asia dopo le vendite registrate ieri in Europa e USA, in un contesto globale che vede gli operatori preoccupati dalle prospettive di rallentamento economico.

I maggiori ribassi sono stati osservati a Taiwan (-2,9%) e in Giappone (Nikkei -1,9%). In Cina, i listini hanno contenuto le perdite odierne, dopo i rialzi sostenuti dall’allentamento delle restrizioni contro il covid-19. Da segnalare anche l’intervento Xi Jinping in occasione del 25° anniversario della sovranità su Hong Kong, il Presidente ha difeso la politica adottata nei confronti dell’ex colonia britannica, dichiarando che il paese dovrebbe concentrarsi sullo sviluppo economico.

Sul fronte macro, il PMI manifatturiero cinese ha superato le attese a giugno, segnando un incremento a 51,7 punti (consensus 50,2 punti) dopo i 48,2 punti di maggio. In Giappone, il PMI manifatturiero finale di giugno ha confermato la lettura preliminare a 52,7 punti. Sempre a giugno, secondo i dati diffusi dal ministero nipponico di Affari Interni e Comunicazione, l’indice dei prezzi al consumo nella regione di Tokyo è aumentato del 2,3% annuo, contro il 2,5% atteso dagli economisti dopo il +2,4% rilevato a maggio.

Sul forex, il cambio euro/dollaro si attesta a 1,0468 e il dollaro/yen a 134,81. Tra le materie prime, il petrolio cede terreno con il Brent (-0,6%) a 108,43 dollari e il Wti (-0,8%) a 104,86 al barile. Oro a 1.799 dollari l’oncia (-0,4%).

Tornando ai listini asiatici, in Cina, Shanghai e Shenzhen scendono entrambe dello 0,4%. Chiusa Hong Kong.

In Giappone Nikkei a -1,9% e Topix a -1,6%.

Il tutto dopo che a Wall Street il Dow Jones ha chiuso a -0,8%, il Nasdaq a -1,3% e lo S&P500 -0,9%.