Iniziative Bresciane – Sostenibilità al centro dello sviluppo del mini-medio idroelettrico

“Continuare gli investimenti sul mini-medio idroelettrico; sviluppare ulteriormente il business in Toscana; focus sempre maggiore sulla sostenibilità a tutti i livelli del Gruppo”. Sono questi, afferma Alberto Rizzi, Direttore Generale di Iniziative Bresciane, i pilastri strategici che guideranno il Gruppo per i prossimi anni, cui si affianca l’occhio sempre vigile al mercato dell’M&A. Centrale nel biennio 2022-2023 sarà il progetto sul fiume Arno che da solo contribuirà ad aumentare di circa un terzo la produzione annua del Gruppo, con l’importante supporto del finanziamento BEI da 49 milioni. Il tutto dopo un 2021 che ha fatto registrare importanti record storici in termini di ricavi, Ebitda e dividendi.

Iniziative Bresciane è un gruppo attivo da oltre 25 anni nella produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, con focus nell’individuazione di siti potenzialmente interessanti, progettazione, costruzione e gestione di impianti idroelettrici di piccole e medie dimensioni, inferiori a 3 MW.

Dopo un 2021 che ha fatto registrare record storici in termini di fatturato (22,5 milioni, +13% a/a), Ebitda (15,3 milioni, +9% a/a) e dividendi (4,2 milioni; 0,80 euro per azione, +11% a/a), il Gruppo INBRE guarda con fiducia al prossimo futuro, nonostante l’incertezza del quadro congiunturale accentuato dalla guerra in Ucraina, forte di una importante pipeline di progetti in corso di sviluppo, accomunati dalla profonda attenzione alla sostenibilità ambientale e sociale che storicamente caratterizza l’azienda bresciana.

Degli oltre 30 progetti dislocati in diverse Province, tra concessioni in via di realizzazione e iter concessori da completare, di rilievo è certamente il ‘Progetto Fiume Arno’, in Toscana, i cui 12 impianti idroelettrici da 9,5 MW, alcuni dei quali verranno ultimati già nel 2022, “saranno in grado di produrre circa 55 GWh l’anno, incrementando di un terzo l’attuale produzione del Gruppo”.

La sostenibilità del business di INBRE è stata confermata lo scorso anno dal supporto di due importanti istituzioni finanziarie europee. Da un lato il finanziamento BEI da 49 milioni direttamente collegato al progetto sul fiume fiorentino, che copre circa il 75% dell’investimento complessivo; dall’altro il sustainability-linked bond di 4 milioni sottoscritto interamente da UniCredit, finalizzato all’adozione di misure per la promozione della mobilità sostenibile e la conservazione della biodiversità delle aree fluviali dove sono presenti gli impianti del gruppo.

Alberto Rizzi, Direttore Generale di Iniziative Bresciane, illustra le priorità strategiche

“Continuare gli investimenti sul mini-medio idroelettrico, sviluppare ulteriormente il business in Toscana e focalizzare sempre di più il tema della sostenibilità a tutti i livelli del Gruppo”.

Sono questi i principali obiettivi strategici individuati da Alberto Rizzi, Direttore Generale di Iniziative Bresciane (INBRE), dopo aver chiuso un 2021 che ha segnato numerosi record storici per il Gruppo, a conferma di un trend consolidato che consente di guardare al futuro con fiducia.

Il tutto, “sempre tenendo alta l’attenzione sul mercato secondario dell’idroelettrico per cercare di cogliere le occasioni che si presenteranno, come abbiamo fatto storicamente e da ultimo nel 2021 con l’acquisizione dei tre impianti in Provincia di Lucca” spiega il DG.

Continuare gli investimenti sul mini-medio idroelettrico

Il Gruppo bresciano opera da più di 25 anni nel settore della produzione di energia elettrica derivante da fonti rinnovabili, focalizzandosi sull’individuazione di siti potenzialmente interessanti, progettazione, costruzione e gestione di impianti idroelettrici di medie e piccole dimensioni, con potenza concessoria compresa tra 1 e 3 MW.

Attualmente INBRE conta su 44 centrali operative (+12 vs 2020, di cui 9 sviluppati internamente e 3 acquisiti), localizzate nelle province di Brescia, Bergamo, Cremona, Trento e Lucca, per una potenza installata totale pari a 57 MW (+18,5% a/a).

Parallelamente, aggiunge il manager, “stiamo lavorando intensamente per sviluppare un’ulteriore trentina di progetti dislocati in diverse Province, che ci permetteranno di incrementare notevolmente la nostra capacità produttiva”. Più precisamente, “si tratta di 14 concessioni in via di realizzazione sui fiumi Serio, Oglio e Arno per complessivi 10,3 MW, e di 20 domande di concessione in corso di perfezionamento per una potenza di 11,0 MW”.

Sviluppare ulteriormente il business in Toscana

Di particolare rilievo sono certamente i 12 impianti sul fiume Arno, in Toscana, il cosiddetto ‘Progetto Fiume Arno’ eseguito per il tramite della partecipata al 49% Iniziative Toscane (INTOS).

Un “progetto importante se si considera che, a regime, gli impianti da circa 9,5 MW di capacità complessiva saranno in grado di produrre circa 55 GWh l’anno, incrementando di un terzo l’attuale produzione del Gruppo”.

I cantieri “sono ben avviati e il nostro cronoprogramma prevede la messa in funzione di alcuni impianti già quest’anno”.

Proprio in relazione al ‘Progetto Fiume Arno’, ricorda con orgoglio il DG, “lo scorso novembre abbiamo sottoscritto con la Banca Europea per gli Investimenti (BEI) un contratto di finanziamento per circa 49 milioni, della durata di 12 anni e a copertura di circa il 75% dell’investimento complessivo”.

L’operazione prevede l’erogazione di tre tranche modulate in base allo stato di avanzamento lavori. La prima, pari a circa il 60% del finanziamento totale, è stata incassata a novembre 2021; la seconda, pari a circa il 30%, a febbraio 2022; la terza, a saldo dell’operazione, “verrà erogata in occasione del collaudo degli impianti, verosimilmente nei primi mesi del 2023”.

Il progetto sul fiume fiorentino è “il segno tangibile del ruolo strategico della Regione Toscana nei piani di sviluppo attuale e futuro del gruppo. Un territorio che si addice particolarmente al nostro business focalizzato sul mini-medio idroelettrico e dove sono concentrati i nostri maggiori investimenti”.

Qui infatti “siamo già presenti e operativi grazie all’acquisto, ormai un anno fa, del 100% di Appennino Energia e di Serchio Power, titolari di 3 centrali idroelettriche in Garfagnana (Lucca) per un enterprise value di 12,3 milioni, potenza complessiva di 2,1 MW e produzione annua attesa di circa 8,4 GWh”.

Focus sempre maggiore sulla sostenibilità ambientale

Il finanziamento BEI da 49 milioni direttamente collegato al ‘Progetto Fiume Arno’ è solo l’ultima, in ordine temporale, attestazione dell’approccio sostenibile che storicamente contraddistingue il Gruppo INBRE. Solo un paio di mesi prima, nell’agosto 2021, la società infatti emetteva un prestito obbligazionario sustainability-linked di 4 milioni sottoscritto interamente da UniCredit (minibond).

“Ottenere, nel medesimo esercizio, l’approvazione e il sostegno di due importanti istituzioni finanziarie europee è per noi motivo di grande orgoglio, a conferma del nostro impegno all’integrazione delle logiche economico-finanziarie con quelle socio-ambientali che nel nostro business è di fondamentale importanza”, sottolinea Rizzi.

Sia il minibond che il finanziamento, infatti, “sono giunti a valle di impegnativi e rigidi screening da parte di Unicredit e BEI, volti a verificare l’effettiva sostenibilità dei progetti sia dal punto di vista degli impatti ambientali che del contrasto ai cambiamenti climatici”.

In particolare, grazie al supporto di BEI, “INTOS ristrutturerà e rifunzionalizzerà le traverse (pescaie) di un tratto importante del fiume Arno e successivamente ne seguirà direttamente la gestione, ottimizzandone la sicurezza idraulica, così da migliorare la resilienza climatica del territorio, attraverso la realizzazione di opere compensative tra cui rientrano l’azione di monitoraggio, controllo e salvaguardia dello stato del fiume e dei suoi argini, preservandone la biodiversità anche attraverso la pulizia e la rimozione dei rifiuti”.

Dal canto suo, il minibond di 4 milioni “contribuirà a finanziare l’adozione, entro il 2024, di misure aggiuntive volte a promuovere la mobilità sostenibile – con la realizzazione di colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici collegate ai nostri impianti di produzione – e alla conservazione della biodiversità nelle aree dove sono presenti le centrali del gruppo, ad esempio tramite la costruzione di scale di risalita dei pesci per il ripristino degli habitat fluviali naturali”.

Un ulteriore aspetto da evidenziare, spiega il manager, “è dato dal fatto che la due diligence svolta dagli istituti di credito ci ha consentito di affinare alcuni dettagli tecnici importanti in termini di adattamento ai cambiamenti climatici, come ad esempio la progettazione di impianti in grado di utilizzare una portata idrica inferiore rispetto a quella naturale del fiume su cui insistono”.

E ciò si aggiunge al fatto che sempre più impianti del Gruppo INBRE “sono progettati con tecnologia in-flow, che ne riduce al minimo l’impatto ambientale, oltre che visivo, in quanto la risorsa idrica prelevata a monte della traversa viene rilasciata subito a valle della stessa, garantendo quindi la continuità fluviale”.

Impegnati per la parità di genere e le ricadute socio-economiche del business

Tutto ciò testimonia la forte attenzione alla sostenibilità ambientale del Gruppo INBRE, che è però altrettanto impegnato sugli aspetti sociali e di governance.

Infatti, “in tema di governance la Società sta lavorando sul fronte della parità di genere per incrementare la presenza femminile a livello di struttura, come già avviene, ma anche nei Consigli di Amministrazione e nei Collegi Sindacali.

D’altra parte, “siamo anche consapevoli delle significative ricadute socio-economiche che il nostro business produce sul territorio dove investiamo. Per questo, per noi è importante creare e mantenere rapporti positivi e costruttivi con Enti pubblici, Consorzi, associazioni e soggetti privati, con cui ci interfacciamo quotidianamente nella nostra attività”.

E questo impegno è testimoniato dal fatto che “nel 2021 il gruppo ha generato un valore economico totale pari a 26,4 milioni (+28% rispetto al 2020) distribuito per 18,1 milioni (+56% rispetto al 2020)”.

Risultati 2021: anno da record

Il Gruppo ha archiviato “un 2021 da record per quanto riguarda le principali grandezze di bilancio” dichiara con soddisfazione Rizzi.

Proprio partendo dalla top line, i ricavi netti consolidati hanno raggiunto il record storico di 22,5 milioni (+13% a/a), proseguendo a livello di gestione operativa con l’Ebitda che ha toccato quota 15,3 milioni (+9% a/a), fino a giungere a una bottom line che ha visto la distribuzione di dividendi per complessivi 4,2 milioni (0,80 euro per azione, +11% a/a).

Il tutto “considerando il contesto sociale ed economico ancora molto complicato in cui abbiamo operato, che tuttavia ha avuto impatti negativi non significativi sul nostro business come invece è accaduto per altri settori industriali”.

L’esercizio “ha beneficiato principalmente del positivo andamento del prezzo dell’energia che ha più che compensato il modesto calo della produzione idroelettrica (da 167 GWh nel 2020 a 154,1 GWh nel 2021), dovuto da un lato a condizioni metereologiche non particolarmente favorevoli, dall’altro a due eventi metereologici eccezionali che hanno danneggiato due impianti in Provincia di Brescia e Bergamo, pregiudicando in parte la loro piena funzionalità” chiarisce il manager.

In particolare, l’alluvione sull’impianto bresciano di Iscla-Edolo, di proprietà dell’Azienda Elettrica Alta Valle Camonica (50% INBRE), ha arrecato danni significativi all’opera di presa, impedendone il regolare funzionamento. Danni diretti e indiretti che il management ha calcolato in oltre 1,1 milioni.

Il Gruppo ha effettuato le necessarie riparazioni che hanno consentito la ripresa della produzione alla fine del mese di dicembre; la Compagnia di Assicurazione ha liquidato il sinistro riconoscendo totalmente i danni diretti e indiretti subiti dalla Società.

Dal lato patrimoniale, l’indebitamento finanziario netto ha raggiunto i 87,4 milioni, principalmente per effetto degli investimenti materiali connessi al progetto sul fiume Arno.

Un dato che tuttavia non desta preoccupazione in Rizzi, il quale sottolinea come grazie all’elevata marginalità, che caratterizza storicamente INBRE con un Ebitda margin compreso tra il 68% e il 78%, il Gruppo può contare su una solida capacità di rimborso del debito anche nei periodi di maggior fabbisogno finanziario indirizzato alla crescita del business.

Prospettive positive per il 2022-2023 con un occhio al M&A

Come detto, “nel 2021 abbiamo messo a regime tutti gli impianti previsti dal nostro piano investimenti e ora siamo concentrati su oltre 30 progetti, con 14 concessioni in via di realizzazione per complessivi 10,3 MW e 20 iter concessori in corso per una potenza di 11,0 MW, che ci vedranno impegnati per i prossimi anni”.

Senza dubbio, “il biennio 2022-2023 sarà chiave per INBRE”, afferma il DG, “perché saranno completati i cantieri delle 12 centrali sul fiume Arno che una volta in funzione, con una produzione attesa annua di circa 55 GWh, incrementeranno di un terzo l’attuale output idroelettrico del Gruppo, con attese positive in termini di risultati consolidati”.

Il tutto “sempre tenendo un occhio attento alle opportunità che il mercato M&A sul mini-medio idroelettrico ci consentirà di cogliere, dando vita a nuove iniziative e rafforzando la nostra presenza multi-regionale”.

Nonostante l’incertezza del quadro congiunturale accentuato dalla guerra in Ucraina, “noi di Iniziative Bresciane manteniamo un approccio fiducioso e ottimista al futuro, perché crediamo nella validità del nostro business, grazie al know how cumulato con la nostra lunga esperienza, e i due finanziamenti green ottenuti lo scorso anno confermano che stiamo lavorando nella direzione giusta”, conclude Alberto Rizzi.

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