Global Markets Energy – Rischio recessione affonda il greggio

Si riporta l’andamento odierno dei principali titoli internazionali del settore energetico e delle utilities:

Giornata in rosso per i mercati azionari: in Europa, il Ftse Mib cede il 2,1%, il Dax il 2,2% e il Ftse 100 il 2,4%. A Wall Street, lo S&P 500 perde l’1,9%, il Dow Jones l’1,7% e il Nasdaq l’1,5%.

In netto calo le quotazioni del greggio, a causa dei timori di una possibile recessione globale e di un conseguente calo della domanda di petrolio che mettono in secondo piano il rischio di interruzioni dell’offerta.

Il crollo dei prezzi dell’oro nero segue l’andamento generale in rosso dell’azionario, oltre a risentire del rafforzamento del dollaro che penalizza le commodity scambiate nella valuta americana.

Secondo Citigroup, il greggio potrebbe scendere fino a 65 dollari quest’anno in caso di recessione, un’ipotesi in forte contrasto con la stima di JP Morgan di un picco a 380 dollari al barile nello scenario più bullish.

Dal lato dell’offerta, i lavoratori delle piattaforme offshore norvegesi hanno dato oggi il via ad uno sciopero che ridurrà la produzione di gas e greggio in Norvegia. La major petrolifera Equinor ha reso noto di aver iniziato a sospendere l’attività in tre siti estrattivi del mare del Nord, come conseguenza dello sciopero.

Oggi, la produzione di petrolio e gas sarà ridotta di 89.000 barili di petrolio equivalente al giorno (boepd), di cui la produzione di gas rappresenta 27.500 boepd, ha detto Equinor mentre domani il taglio raggiungerà i 292.000 boepd, pari al 13% della produzione totale.

Il Qatar ha annunciato di aver scelto il colosso britannico Shell come quinto e ultimo partner del progetto per lo sviluppo del più grande giacimento di gas naturale del mondo. Attraverso una joint venture con QE, la società britannica ha acquisito una quota del 6,25% nel progetto, equivalente a quella della francese TotalEnergies e dell’americana ExxonMobil. L’italiana Eni e l’americana ConocoPhillips hanno una quota del 3,125% ciascuno, portando la partecipazione complessiva delle società estere al 25%.