Seduta senza direzione univoca per le principali borse asiatiche con rialzi in Giappone e vendite in Cina, nonostante i progressi osservati nelle relazioni tra il paese guidato da Xi Jinping e Stati Uniti.
Gli USA potrebbero annunciare già in settimana il ritiro di alcuni dazi per circa 300 miliardi di importazioni cinesi per contrastare la corsa dell’inflazione. Nel frattempo il vicepremier Liu He ha tenuto una call virtuale con il segretario al tesoro Janet Yellen per approfondire il tema delle tariffe e delle catene di approvvigionamento.
Secondo gli strategist di mercato, è probabile una reazione positiva degli indici pronti a reagire all’ondata di vendite del 2022 di fronte a un catalyst positivo Gli esperti ritengono tuttavia limitato l’impatto della riduzione dei dazi che non dovrebbe influire in maniera determinante sulla crescita globale e sull’inflazione.
Tra gli ultimi aggiornamenti di politica monetaria, anche la banca centrale australiana ha aumentato il tasso di riferimento (all’1,35%), aggiungendosi alle oltre 80 istituzioni che hanno alzato i tassi nell’anno.
Lato macro, i PMI servizi e composito cinesi di giugno si sono attestati rispettivamente a 54,5 punti (vs 49,6 punti consensus; 41,4 punti maggio) e 55,3 punti (42,2 punti maggio). In Giappone, i PMI servizi e composito finali di giugno si sono fissati invece a 54 punti (54,2 punti preliminare giugno) e 53 punti (53,2 punti preliminare giugno).
Sul forex, il cambio euro/dollaro si attesta a 1,0422 e il dollaro/yen a 135,43. Tra le materie prime, petrolio in frazionale rialzo con il Brent (+0,5%) a 112,22 dollari e il Wti (+0,8%) a 108,92 al barile. Oro a 1.811 dollari l’oncia (+0,5%).
Tornando ai listini asiatici, in Cina, Shanghai e Shenzhen cedono lo 0,3% e lo 0,9%. Hong Kong a +0,4%.
In Giappone, in rialzo il Nikkei a +1% e il Topix a +0,5%.
Ricordiamo infine che ieri Wall Street è rimasta chiusa per il Giorno dell’Indipendenza.


























