Mercati – Dati Usa rafforzano aspettative stretta monetaria, Milano chiude a -0,9%

Finale negativo per le borse europee in scia ai dati sui prezzi al consumo degli Stati Uniti e l’andamento debole degli indici americani. Il Ftse Mib di Milano archivia le contrattazioni in ribasso dello 0,9% a 21.286 punti, sotto la parità come il Dax di Francoforte (-1,2%), l’Ibex 35 di Madrid (-0,9%) il Ftse 100 di Londra (-0,7%) e il Cac 40 di Parigi (-0,7%).

A Wall Street arretrano i Dow Jones (-0,8%), S&P 500 (-0,5%) e il Nasdaq (-0,3%), dopo il report che ha mostrato un’accelerazione dell’indice Cpi al 9,1% annuo, sui massimi dal 1981, a fronte dell’8,8% previsto dagli analisti.

Alla luce di questa lettura peggiore delle aspettative gli operatori hanno cominciato a prezzare un incremento dei tassi di interesse, da parte della Fed, di 100 punti base a luglio, dando per scontato un aumento almeno pari allo 0,75%.

Il rapido inasprimento della politica monetaria negli Stati Uniti e in altri Paesi sta alimentando le preoccupazioni per la crescita, innervosendo i mercati. Il governatore della Banca d’Inghilterra Andrew Bailey ha aperto ad incrementi più marcati del costo del denaro per riportare l’inflazione sotto controllo, mentre Corea del Sud e la Nuova Zelanda hanno effettuato nuove strette.

Il Fondo monetario internazionale ha tagliato le proiezioni di crescita per l’economia statunitense e ha sottolineato che un aumento generalizzato dei prezzi pone “rischi sistemici” a livello globale. Gli economisti di Bank of America prevedono una “leggera recessione quest’anno” negli Stati Uniti, in scia al rallentamento della spesa per servizi e all’inflazione elevata che scoraggia i consumi.

In Europa si continua a monitorare la crisi energetica, in attesa di capire se la Russia interromperà le forniture di gas come risposta al supporto dell’Occidente all’Ucraina. Nei prossimi giorni prenderà il via la nuova stagione di trimestrali americane, che aiuterà a capire quanto siano concreti i rischi di recessione.

Sul Forex l’euro/dollaro risale a 1,009, dopo aver bucato al ribasso la soglia della parità per la prima volta dal 2002, mentre il cambio tra biglietto verde e yen si rafforza a 137,3. Tra le materie prime scambiano poco mosse le quotazioni del greggio, con il Brent (flat) a 99,5 dollari e il Wti (+0,3%) a 96,15 dollari, dopo l’aumento delle scorte evidenziato dai dati dell’Energy Information Administration.

Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund risale in area 199 punti base, con il rendimento del decennale italiano al 3,12%.

Tornando a Piazza Affari, sul Ftse Mib terminano in controtendenza Campari (+2,3%) e Diasorin (+1,9%) mentre arretrano in particolare Pirelli (-3,1%), Iveco (-3,3%), Hera (-3,4%) e Saipem (-43,2%) nel giorno in cui termina l’asta dei diritti inoptati.