Le borse europee aggravano le perdite dopo i dati sui prezzi al consumo degli Stati Uniti e l’apertura in rosso degli indici americani. Il Ftse Mib di Milano arretra dell’1,2% in area 21.240 punti, debole come il Dax di Francoforte (-1,4%), il Cac 40 di Parigi (-1,1%), l’Ibex 35 di Madrid (-0,9%) e il Ftse 100 di Londra (-0,7%).
In ribasso anche i Dow Jones (-0,6%), S&P 500 (-1%) e il Nasdaq (-1,3%), dopo il report che ha mostrato un’accelerazione dell’indice Cpi al 9,1% annuo, sui massimi dal 1981, rispetto all’8,8% previsto dagli analisti. A seguito dei dati, gli operatori hanno cominciato a prezzare un incremento dei tassi da 100 punti base a luglio, dando per scontato un aumento almeno pari allo 0,75%.
Il rapido inasprimento della politica monetaria negli Stati Uniti e in altri Paesi sta alimentando le preoccupazioni per la crescita, innervosendo i mercati. Il governatore della Banca d’Inghilterra Andrew Bailey ha aperto ad incrementi più marcati del costo del denaro per riportare l’inflazione sotto controllo, mentre Corea del Sud e la Nuova Zelanda hanno aumentato ulteriormente i tassi.
Il Fondo monetario internazionale ha tagliato le proiezioni di crescita per l’economia statunitense e ha sottolineato che un aumento generalizzato dei prezzi pone “rischi sistemici” a livello globale. Gli economisti di Bank of America prevedono una “leggera recessione quest’anno” negli Stati Uniti, in scia al rallentamento della spesa per i servizi e all’inflazione elevata che scoraggia i consumatori.
In Europa si continua a monitorare la crisi energetica, in attesa di capire se la Russia interromperà le forniture di gas come risposta al supporto dell’Occidente all’Ucraina. Nei prossimi giorni prenderà il via la nuova stagione di trimestrali americane, che aiuterà a capire quanto siano concreti i rischi di recessione.
Sul Forex l’euro/dollaro viaggia a 1,002, dopo aver bucato al ribasso la soglia della parità per la prima volta dal 2002, mentre il cambio tra biglietto verde e yen si rafforza a 137,45. Tra le materie prime si smorza il recupero delle quotazioni del greggio, con il Brent (-0,1%) a 99,4 dollari e il Wti (+0,3%) a 96,2 dollari.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund resta in area 200 punti base, con il rendimento del decennale italiano nuovamente in aumento al 3,18%.
Tornando a Piazza Affari, sul Ftse Mib resistono in positivo Campari (+0,6%), Eni (+0,5%) e Unicredit (+0,3%) mentre arretrano in particolare Iveco (-3,6%), Nexi (-3,8%), Amplifon (-5,1%) e Saipem (-40,4%).
























