Mercati – Finale positivo per l’Europa in scia agli Usa, recupera terreno Piazza Affari (+1,8%)

Le borse europee chiudono in rialzo e Wall street prosegue positiva, grazie anche all’attenuarsi della prospettiva di un rialzo dei tassi da 1 punto percentuale a luglio da parte della Fed.

Il Ftse Mib di Milano rimbalza e chiude in progresso dell’1,8% a 20.933 punti, all’indomani del brusco calo determinato dalla crisi di governo. Avanzano anche il Dax di Francoforte (+2,8%), il Cac 40 di Parigi (+2%), l’Ibex 35 di Madrid (+1,8%) e il Ftse 100 di Londra (+1,7%).

Oltreoceano, procedono nettamente sopra la parità Dow Jones (+2%), S&P 500 (+1,7%) e il Nasdaq (+1,5%), in una seduta che vedrà la scadenza di circa 1.900 miliardi di dollari di opzioni, un evento che potrebbe provocare una certa volatilità.

È stata una settimana prevalentemente negativa per l’azionario, con l’attenzione rivolta soprattutto ai dati macroeconomici e alla politica monetaria.

I primi hanno evidenziato un’accelerazione dell’inflazione negli Stati Uniti, rafforzando la prospettiva di una stretta monetaria marcata da parte della banca centrale americana. Tuttavia, gli ultimi commenti hanno allontanato l’ipotesi di un ritocco dell’1% già a luglio, in favore della preannunciata manovra da 75 punti base, attenuando parzialmente le preoccupazioni per l’impatto sull’economia.

Riflettori puntati anche sulla stagione di trimestrali, con i conti odierni di Wells Fargo, BlackRock e Citigroup, dopo quelli diffusi ieri da JP Morgan e Morgan Stanley.

In Europa tiene banco la questione energetica, oltre all’instabilità politica in Italia, dopo le dimissioni di Mario Draghi rifiutate dal Presidente Mattarella. Ora i partiti hanno tempo per cercare nuove alleanze fino a mercoledì, giorno in cui il premier riferirà alle Camere.

Da segnalare il rallentamento dell’economia cinese (+0,4% nel 2Q) a causa dei lockdown anti-Covid. In aumento a sorpresa, invece, le vendite al dettaglio a giugno (+3,1%), grazie al progressivo allentamento delle restrizioni.

Negli Usa, le vendite al dettaglio crescono dell’1% a giugno (consensus +0,9%) mentre la produzione industriale scende inaspettatamente dello 0,2%. In Italia, l’Istat conferma la stima flash per l’inflazione di giugno: più 8% su base annua, il ritmo più alto da gennaio 1986, per effetto principalmente di energia e alimentari (+8,5% l’indice armonizzato).

Sul Forex l’euro/dollaro risale a 1,009 mentre il cambio fra biglietto verde e yen ritraccia lievemente a 138,5. Tra le materie prime rimontano le quotazioni del greggio, con il Brent (+2,5%) a 101,5 dollari e il Wti (+2,4%) a 98,1 dollari.

Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund si incrementa di oltre 6 punti base a 212 bp, con il rendimento del decennale italiano in aumento al 3,25%.

Tornando a Piazza Affari, sul Ftse Mib si mettono in luce Interpump (+5,6%), Pirelli (+5,6%), Iveco (+5,6%) ed Enel (+3,4%) mentre arretrano Campari (-1,1%), Telecom Italia (-3,4%) e crolla nuovamente Saipem (-29,9%).