ICF è un’azienda tra gli operatori di riferimento a livello nazionale e internazionale nella progettazione, produzione e commercializzazione di adesivi e tessuti ad alto contenuto tecnologico. Nel corso dell’ultimo decennio il gruppo ha registrato una costante crescita dei ricavi guidata in particolare dai mercati internazionali, arrivando ad esportare in oltre 80 Paesi nel mondo, anche grazie alla resilienza del business dovuta alla diversificazione settoriale. Il tutto accompagnato da una solida generazione di cassa che ha consentito un progressivo deleveraging e garantito le risorse a sostegno degli investimenti, senza dimenticare il focus sulle tematiche ESG considerate uno dei punti chiave della strategia aziendale.
Storia del gruppo
Industrie Chimiche Forestali è un’azienda italiana nata nel 1918 da una concessione del Regno Sabaudo alla famiglia Girardi per estrarre l’acido pirolegnoso dal legno dei boschi di Maccagno in provincia di Varese.
In oltre un secolo di storia l’azienda, pur mantenendo la sua caratteristica familiare con circa 140 dipendenti, di cui 25 impegnati nella ricerca e sviluppo, è arrivata ad essere un player internazionale con circa 80 milioni di fatturato, oltre ad essere una public company dal 2018 con il 75% del capitale in mano al mercato.
Tutta la produzione è concentrata nello stabilimento di Marcallo con Casone, in provincia di Milano, da cui la società esporta in oltre 80 Paesi nel mondo, per una quota di fatturato generato all’estero di circa il 65%.
La società produce adesivi per il settore della calzatura, grazie all’intuizione che la resina che fuoriusciva dagli alberi poteva essere opportunamente raffinata per poi essere utilizzata per realizzare mastice per unire le suole delle scarpe con le tomaie.
Nel corso degli anni, l’azienda ha saputo sfruttare il proprio know how nel campo degli adesivi per estendere la produzione anche in altri settori, come l’automotive, l’imballaggio flessibile (in particolare in ambito alimentare) e la pelletteria, oltre a diventare un toll manufacturer per grandi multinazionali.
Infine, con l’acquisizione di Morel dello scorso anno, ICF è entrata nel mercato calzaturiero e della pelletteria di lusso, affiancando così i marchi già esistenti all’interno del gruppo (Forestali, Durabond e ABC).
Il focus sulle tematiche ESG
ICF ha da sempre nel proprio DNA il rispetto per l’ambiente e lo sviluppo sostenibile, facendo dei temi ESG uno dei punti cardinali della propria strategia in quanto considera questi aspetti valori umanamente ed eticamente irrinunciabili e strumenti di acquisizione di nuovi mercati.
Già dagli anni ’90 la società ha aderito al programma Resposibile Care e nel 2021 ha redatto su base volontaria, per il terzo anno consecutivo, il Bilancio di Sostenibilità in un’ottica di migliorare la comunicazione e la trasparenza verso tutti gli stakeholder.
Come dichiara il Presidente e Amministratore delegato di ICF, Guido Cami, “la sostenibilità è anche un discorso etico che riguarda il rapporto con tutti gli stakeholder che deve essere la matrice vera che contraddistingue l’attività di impresa, con l’obiettivo di generare profitti per dare una struttura solida alle persone che lavorano con la nostra azienda sia internamente sia esternamente”.
Il Gruppo svolge la propria attività nel rispetto delle disposizioni in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro (ISO 45001), sistema di gestione della qualità (ISO 9001), gestione ambientale (ISO 14001), attenzione alla produzione sostenibile di prodotti tessili realizzati con materiali da riciclo attraverso la certificazione GRS – Global Recycle Standard.
Inoltre, la certificazione FSC (Forest Stewardship Council) – adottata dal Gruppo nel 2020 – garantisce la rintracciabilità dei materiali provenienti da foreste certificate FSC e da una filiera di approvvigionamento gestita in modo responsabile.
Nello stesso anno, è stata ottenuta la certificazione Oeko-Tex Standard, per puntali, contrafforti e altri prodotti del settore della calzatura e della pelletteria, grazie all’assenza di sostanze potenzialmente nocive.
A proseguimento della strategia di sviluppo e al fine di valutare gli impatti ambientali generati dai propri prodotti, ICF ha deciso di puntare sulla valutazione LCA dei prodotti e sulla certificazione EPD (Environmental Product Declaration) per ottenere non solo un vantaggio competitivo, ma anche un supporto a livello di ecodesign per il prodotto finale. In questo ambito, ICF sarà la prima azienda al mondo nel settore calzaturiero ad ottenere la certificazione EPD su puntali e contrafforti.
Filiera Sostenibile e Approccio Green Oriented
“Essendo un’azienda chimica, quando parliamo di sostenibilità dobbiamo cominciare dai nostri sforzi per cercare di ridurre l’impatto sull’ambiente, anche tramite l’impegno a ‘insegnare’ ai nostri clienti a lavorare con prodotti innovativi più eco-friendly” afferma Cami.
“Nel corso degli ultimi anni abbiamo spinto in maniera sempre più rilevante per passare progressivamente dagli adesivi base solvente agli adesivi base acqua e solvent free, arrivati ad essere poco più della metà delle 25.000 tonnellate che produciamo all’anno”.
La società, inoltre, si impegna costantemente nell’utilizzo di materiali rigenerati e riciclati, consentendo di rispettare gli obiettivi di riuso, riciclo ed impiego di risorse rinnovabili che fanno parte del modello di economia circolare che ICF intende perseguire.
Infine, in linea con lo sviluppo sostenibile del gruppo volto a intensificare l’impiego di energia da fonti rinnovabili, nel primo semestre 2022 la società ha sottoscritto un contratto per la realizzazione di un impianto fotovoltaico di potenza pari a 350 kWp e l’installazione di una stazione di ricarica elettrica a disposizione per i veicoli del personale aziendale, nello stabilimento di Marcallo con Casone.
In particolare, l’impianto – che sarà attivo nel corso del terzo trimestre 2022 – impiegherà 777 moduli fotovoltaici in silicio monocristallino, della potenza di 460 kWp, che verranno installati sul tetto dello stabilimento produttivo e permetterà di soddisfare il 30% del fabbisogno energetico della Società, generando una riduzione annua delle emissioni equivalenti a una riduzione di 75 TEP (Tonnellate Equivalenti Petrolio) e 163 tonnellate di C02 all’anno.
Le priorità strategiche
Appare dunque evidente come le tematiche ESG siano ben radicate all’interno della strategia aziendale, ritenute aspetti fondamentali per la capacità di un’impresa di crescere nel medio lungo periodo.
“Siamo un’azienda che produce prodotti tecnici, non commodity. Per noi il punto fondamentale è quindi rispettare e onorare le promesse fatte ai clienti in termini di affidabilità tecniche delle soluzioni che proponiamo” dichiara l’Ad.
Per tale ragione, “in ICF abbiamo fatto dell’integrazione della sostenibilità economica, ambientale e sociale nel business il nostro punto di forza, dimostrando sul mercato una migliore capacità di essere competitivi, oltre che dinamici e flessibili, ed una significativa razionalità d’impresa tesa alla creazione di valore.”
“La nostra priorità è quindi quella di proseguire gli investimenti nella ricerca e sviluppo di prodotti innovativi, nella progettazione di impianti, nella formazione e sicurezza dei dipendenti, garantendoci la possibilità di crescere nel medio-lungo periodo e la capacità di operare nel mercato globale”.
Il gruppo opera in settori ciclici legati a trend strutturali come l’invecchiamento della popolazione, l’elettrificazione nell’automotive e la crescente attenzione alla sicurezza e alla salute per quanto riguarda il packaging alimentare.
Elementi che, se da una parte non prevedono tassi di crescita stabilmente a doppia cifra, dall’altra hanno consentito alla società, dall’arrivo di Cami come Ceo nel 2009, di registrare un costate aumento dei ricavi, passando in poco più di un decennio da 40 milioni a circa 80 milioni.
Una crescita accompagnata da una solida generazione di cassa, con un cash flow cumulato negli ultimi 10 anni di quasi 50 milioni che ha garantito le risorse a sostegno degli investimenti e al pagamento dei dividendi, oltre a una progressiva riduzione del debito.
Il tutto potendo contare su una buona diversificazione dei mercati di sbocco che hanno consentito una solida capacità di resilienza anche in condizioni congiunturali meno favorevoli, così come dimostrato prima nel corso dell’emergenza pandemica e poi con i seguenti problemi di shortage di materiali e le conseguenti difficoltà dell’automotive, fino ad arrivare alla crisi Ucraina.
Outlook
Dopo la buona performance di fatturato registrata lo scorso anno, “nel 2022 abbiamo ripreso l’attività con grandissimo vigore nei settori della calzatura tecnico sportiva e lusso, della pelletteria, dell’imballaggio flessibile e delle attività industriali”.
Dall’altra parte, l’automotive risulta ancora penalizzato dalle difficoltà produttive già manifestate nel 2021 per la scarsità di componentistica elettronica, con una perdita in termini di volumi del 20-30% rispetto al periodo pre-Covid.
In particolare, in seguito alla pandemia il settore della calzatura, in particolare il segmento tecnico-sportivo, sta assistendo a un progressivo reshoring della produzione dal Far East, contribuendo a sostenere la domanda.
“Un fenomeno – spiega Cami – che potrebbe diventare strutturale, incentivando anche un’automazione dei processi industriali e accrescendo il valore della catena produttiva, e su cui siamo ben posizionati grazie agli investimenti effettuati in ottica 4.0”.
La diversificazione del business al di fuori dell’automotive, il pieno consolidamento di Morel e il pass through del rincaro dei costi dovrebbero quindi continuare a sostenere la crescita dei ricavi, confermando la resilienza del gruppo anche in un quadro congiunturale dominato da incertezza.
Sul fronte dei margini, il tema della supply chain continua a rimanere centrale, probabilmente anche nel 2023 per l’automotive, per effetto dell’aumento del costo delle materie prime, con ICF impegnata a cercare di ribaltare, laddove è possibile, i rincari sui prezzi di vendita per salvaguardare la redditività dei diversi settori.
ICF – UN PLAYER INTERNAZIONALE NEL CAMPO DEGLI ADESIVI CON OLTRE 100 ANNI DI STORIA (per visualizzare l’intervista al Presidente e Ceo di ICF, Guido Cami, clicca qui).
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