Mercati – Modesti guadagni per gli eurolistini malgrado dati macro deludenti, Milano +0,4%

Mattinata incerta per le borse europee, che al momento viaggiano poco sopra la parità dopo aver cambiato più volte direzione. Il Ftse Mib scambia in rialzo dello 0,4% in area 21.280 punti, sostanzialmente in linea con il Dax di Francoforte (+0,4%), il Cac 40 di Parigi (+0,4%), il Ftse 100 di Londra (+0,5%) e l’Ibex 35 di Madrid (+0,7%) mentre i futures sugli indici americani Dow Jones, S&P500 e Nasdaq puntano verso un avvio debole, in particolare il listino tecnologico dopo i conti deludenti di Snap.

L’azionario si avvia a concludere la miglior settimana dell’ultimo mese, in scia alle ipotesi che il sell-off di quest’anno abbia già superato la sua fase peggiore. A sostenere il sentiment contribuisce l’idea che la Fed non acceleri l’inasprimento della politica monetaria più di quanto attualmente previsto. Il Fomc si riunirà la prossima settimana, effettuando un nuovo rialzo dei tassi di interesse per contrastare l’inflazione sui massimi da 40 anni.

Ieri anche la Bce ha alzato il costo del denaro di 50 punti base, mettendo fine all’era dei tassi negativi, e ha approvato lo strumento TPI per garantire una trasmissione uniforme della politica monetaria, tutelando i Paesi più fragili come l’Italia.

Gli operatori continuano a monitorare l’andamento delle trimestrali, per valutare la tenuta dei conti in un contesto di persistenti pressioni sui prezzi. Focus anche sui dati macroeconomici; gli indici Pmi servizi e composito diffusi in mattinata hanno evidenziato per la prima volta quest’anno una contrazione dell’economia tedesca e dell’eurozona, complici l’inflazione e il deterioramento del sentiment per via della guerra in Ucraina.

Resta in primo piano anche la questione energetica, malgrado la riapertura del gasdotto Nord Stream, con la prospettiva di un’interruzione dei flussi di gas dalla Russia nei prossimi mesi.

Sul Forex, l’euro/dollaro viaggia in calo a 1,016 mentre il cambio tra biglietto verde resta in area 137,4.  Fra le materie prime, rallentano le quotazioni del greggio con il Brent (-0,4%) a 103,5 dollari e il Wti (-0,6%) a 95,8 dollari al barile, complici i dati europei che alimentano i timori di recessione.

Sull’obbligazionario, il differenziale Btp-Bund resta elevato a 229 punti base, con il rendimento del decennale italiano in calo insieme agli altri benchmark europei al 3,35%, all’indomani delle dimissioni di Draghi e del meeting della Bce, che ha alzato i tassi di 50 punti base e approvato lo scudo anti-spread.

Tornando a Piazza Affari, fra le big cap avanzano in avvio soprattutto Banca Generali (+3,2%), Inwit (+2,6%) e Poste Italiane (+2,2%) mentre arretrano Unicredit (-1,6%) e Saipem (-2,3%).