Nel 1H 2022 il margine di intermediazione si è attestato a 314,4 milioni, che si raffronta con i 432,7 milioni del pari periodo del 2021, un risultato è legato ad una forte crescita sia del margine finanziario (+22,1% a 67,5 milioni), sia delle commissioni nette ricorrenti (+8,9% a 231,4 milioni), mentre invece le commissioni variabili (-90,6% a 15,6 milioni) hanno risentito del crollo dei mercati finanziari azionari e obbligazionari del periodo.
Il margine d’interesse è salito del 18,1% a 51,8 milioni, grazie al significativo rialzo dei rendimenti obbligazionari degli ultimi mesi in virtù di una struttura di attivi finanziari
incentrata su un portafoglio obbligazionario con una duration corta (1,4 anni) e una elevata
esposizione ai tassi variabili (51% del totale). Al rialzo del margine d’interesse ha inoltre contributo l’aumento degli attivi fruttiferi (16,5 miliardi, +14,4% a/a e +9,4% da inizio anno) a fronte della continua espansione dei depositi nel periodo.
Le commissioni lorde ricorrenti sono aumentate del 6,5% 478,6 milioni, grazie principalmente alla crescita delle commissioni lorde
di gestione (+8,6% a 413,3 milioni) e all’aumento delle masse medie nel periodo e alla
loro maggiore redditività.
Le commissioni bancarie e d’ingresso si sono attestate a 65,3 milioni, in calo dai 68,7 milioni del primo semestre 2021 in relazione alle attività più strettamente connesse
alle dinamiche dei mercati finanziari (commissioni d’ingresso sui fondi e maggiore esposizione al trading su obbligazioni) a fronte del progresso dei ricavi legati ai servizi di advisory e di attività bancarie.
I costi operativi totali si sono attestati sono aumentati del 6,7% a 119,9 milioni, includendo 1,5 milioni di costi straordinari; i costi operativi ‘core’ sono saliti del 5,9% a 108,1 milioni, includendo 2,8 milioni legati all’avvio di ‘BG Suisse’, al netto dei quali la crescita sarebbe stata del 4,4% confermando il contenimento degli stessi.
L’incidenza dei costi operativi si è mantenuta su livelli di eccellenza (0,30% delle masse),
segnando un lieve rialzo per la contrazione delle masse di riferimento.
Il Cost/Income ratio rettificato per le componenti non ricorrenti si è ridotto al 39,6% (dal 41,8% del primo semestre 2021).
Le voci relative ad accantonamenti, contributi ai fondi bancari e rettifiche di valore nette hanno segnato un calo del 23% a 22,2 milioni, escludendo gli accantonamenti di natura straordinaria del 2021, una dinamica legata principalmente ai minori stanziamenti a copertura degli impegni per indennità contrattuali di natura attuariale in virtù
del rialzo dei tassi di attualizzazione utilizzati per le valutazioni statistico attuariali.
Nel 1H 2022 l’utile netto si è fissato a 131,3 milioni (-31%), con l’utile netto ricorrente, depurato da commissioni variabili (performance fees), ricavi da trading non ricorrenti e altre poste di natura straordinaria, che ha messo a segno un progresso del 30% a 107,9 milioni.
Le masse totali di Banca Generali a fine semestre sono salite dello 0,6% rispetto allo stesso
periodo dell’esercizio precedente a 80,9 miliardi. In un contesto di mercato estremamente complesso, caratterizzato da elevata volatilità e performance negative per quasi tutte le asset class, le masse, pur registrando un calo del 5,6% da inizio anno, hanno confermato una buona resilienza e solidità, e si confermano alla base del percorso di crescita dimensionale che la Banca sta perseguendo da tempo.
Le soluzioni gestite (fondi/Sicav e contenitori finanziari e assicurativi) hanno raggiunto i 39,8 miliardi (-3,5% a/a, -10,0% da inizio anno). Il loro peso è stato pari al 49,2% delle masse totali, in calo rispetto al 51,3% dello scorso anno e al valore di 51,6% di fine 2021. Tra le soluzioni gestite, si sottolinea il progresso delle masse investite in prodotti dedicati alla sostenibilità (ESG): a fine semestre si attestavano a 6,0 miliardi (+1,0% a/a) e rappresentavano il 15,0% del totale, in costante crescita rispetto al 14,3% del primo semestre 2021 e al 14,6% di fine 2021.
Le masse in prodotti assicurativi tradizionali (Ramo I) sono risultate pari a 15,9 miliardi,
stabili rispetto all’esercizio precedente (-0,3% a/a, -2,1% da inizio anno).
Le masse amministrate si sono attestate a 25,2 miliardi (+8,6% a/a, -0,2% da inizio anno). È proseguita la crescita degli attivi in Conto Titoli (AuC) che hanno raggiunto i 12,5 miliardi, in aumento dell’1,5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (-6,0% da inizio anno), beneficiando del continuo ampliamento e diversificazione dell’offerta.
La raccolta netta totale del semestre ha superato i €3,0 miliardi (-19,7% rispetto allo scorso anno), confermando un solido trend pur in un contesto di mercato sfidante.
La composizione della raccolta ha risentito delle dinamiche finanziarie, riflettendo la maggior avversione al rischio degli investitori nel periodo. Per questo motivo, sono risultati sostenuti i flussi indirizzati verso soluzioni di risparmio amministrato (AuC), pari a circa 1,3 miliardi, e i nuovi flussi di liquidità depositata presso i conti correnti (0,9 miliardi).
Le soluzioni gestite, penalizzate dall’andamento negativo dei mercati, hanno rappresentato il 36,2% della raccolta totale del periodo. Tra queste, si evidenzia il buon risultato – in termini relativi – delle soluzioni gestite di casa (fondi di casa, contenitori finanziari e assicurativi), che hanno inciso per il 64,8% della raccolta in soluzioni gestite del semestre.
Al 30 giugno 2022, il CET1 ratio si è attestato al 15,2% e il Total Capital ratio (TCR) al 16,3%, livelli ampiamente superiori ai requisiti minimi richiesti nell’ambito del processo di revisione e valutazione prudenziale SREP di 8,0% per il CET1 ratio e 12,3% per il TCR.
L’indice di leva finanziaria (leverage ratio) alla fine del semestre si attesta al 4,1%, con una leggera contrazione da inizio anno legata alla forte crescita degli attivi nel periodo.
Banca Generali conferma il pieno impegno alla realizzazione degli obiettivi finanziari e strategici elineati nel piano triennale 2022-2024 presentati lo scorso febbraio sebbene il contesto macro economico e gli equilibri geopolitici siano drasticamente mutati.
Nello specifico, Banca Generali ribadisce la centralità della crescita in ogni contesto di mercato come motore per lo sviluppo a livello dimensionale, reddituale e di remunerazione degli azionisti.