Mercati – Seduta fiacca per il Vecchio Continente, Milano a +0,1%

Chiusura incerta per le borse europee, mentre Wall Street ha invertito la rotta dopo una partenza debole. A Piazza Affari, il Ftse Mib archivia gli scambi in rialzo dello 0,1% a 22.429 punti. Poco mossi anche il Dax di Francoforte (flat), il Ftse 100 di Londra (-0,1%) e il Cac 40 di Parigi (-0,2%), debole l’Ibex 35 di Madrid (-0,8%).

Oltreoceano, scambiano leggermente sopra la parità Dow Jones (+0,2%), S&P 500 (+0,1%) e Nasdaq (+0,5%), con gli operatori intenti a valutare le prossime mosse delle banche centrali e i rischi di recessione.

Alcuni funzionari della Federal Reserve hanno rimarcato la necessità di aumentare i tassi di interesse per contrastare l’inflazione, sollevando nuovamente preoccupazioni per l’impatto sull’economia delle strette monetarie. In precedenza, le speranze di una politica non troppo aggressiva avevano sostenuto i listini, consentendo di chiudere in rialzo il mese di luglio e alleviare le perdite da inizio anno.

I dati macroeconomici di oggi hanno evidenziato la prima contrazione del settore manifatturiero dell’eurozona negli ultimi due anni e un rallentamento in Cina e negli Stati Uniti, a pochi giorni di distanza dalla contrazione del Pil a stelle e strisce nel secondo trimestre.

Sullo sfondo, le tensioni geopolitiche fra Washington e Pechino, con il possibile intervento dei militari cinesi nel caso la presidente della Camera statunitense Nancy Pelosi si rechi in visita a Taiwan.

Sul Forex l’euro/dollaro risale in area 1,027 mentre il cambio tra biglietto verde e yen scende a 131,6. Fra le materie prime, restano in forte ribasso le quotazioni del greggio con il Brent (-4,5%) a 99,3 dollari e il Wti (-5,6%) a 93,1 dollari al barile, complici i dati macro deboli cinesi che alimentano i timori per la domanda.

Sull’obbligazionario, il rendimento del Btp decennale scende sotto il 3% per la prima volta da maggio, al 2,86% e lo spread dal Bund si riduce a 210 punti base, grazie anche all’apertura di Giorgia Meloni ad un’eventuale adesione alle regole di bilancio dell’Unione Europea in caso di vittoria. Gli operatori rimangono dunque fiduciosi che il nuovo esecutivo, qualunque esso sia, possa sbloccare circa 200 miliardi di euro di fondi comunitari.

Tornando a Piazza Affari, tra le aziende maggiormente capitalizzate avanzano soprattutto Saipem (+4,2%), Generali (+2,1%), salita al 97,36% di Cattolica e Leonardo (+1,5%), che ha ricevuto un ordine per due elicotteri da SonAir. In calo invece Cnh (-3,3%), A2A (-3,6%) ed Exor (-3,7%), che ha confermato l’addio a Piazza Affari e la quotazione ad Amsterdam.