Interpump ha chiuso il secondo trimestre 2022 con ricavi in crescita del 32,6% a 537,6 milioni (+32,6% a parità di perimetro), leggermente superiori ai 520 milioni previsti dal consensus.
Nel dettaglio delle divisioni operative del Gruppo, la divisione Olio ha registrato una crescita del 41,8% a 401,3 milioni (+20,0% a parità di perimetro) mentre la divisione Acqua ha segnato un +11,4% a 136,3 milioni.
Da un punto di vista organico (a parità di perimetro e di tasso di cambio), il Gruppo ha registrato un incremento del 12,5%, con le divisioni “Olio” e “Acqua” rispettivamente in crescita del 15,6% e del 5,5%.
L’Ebitda è aumentato del 25,2% a 127,5 milioni, rispetto ai 122,7 milioni stimati dagli analisti), con una marginalità in discesa al 23,7% (-140 punti base).
Per una completa valutazione del risultato è necessario menzionare come la divisione “Olio” sia stata penalizzata da costi per svalutazioni di magazzino pari a 1,6 milioni connessi a un incendio che ha gravemente danneggiato uno degli stabilimenti della controllata I.M.M. in Romania lo scorso maggio.
Al netto di tale impatto la crescita della profittabilità, l’Ebitda margin sarebbe stato pari al 24% (24,7% escludendo tali costi e a perimetro costante).
La effettiva diluzione della marginalità di Gruppo durante il trimestre risulta essere quindi molto limitata – dal 25,1% e al 24,7% – ed evidenzia sia la rapidità di implementazione sia e soprattutto l’efficacia della contromisure adottate per proteggere la profittabilità in un trimestre caratterizzato da tensioni inflazionistiche particolarmente marcate, in assoluto e anche rispetto a un periodo di confronto praticamente non impattato da tali fenomeni e che ha rappresentato l’eccellenza storica per il Gruppo.
L’utile netto è diminuito dell’1,5% a 73,4 milioni (71,5 milioni il consensus). La società ricorda come nel periodo di confronto alcune controllate italiane del Gruppo avessero beneficiato della rivalutazione di alcuni marchi e come l’operazione avesse comportato l’iscrizione di benefici fiscali pari a 20,1 milioni. Al netto di tale beneficio fiscale una tantum e dei costi relativi all’incendio in Romania l’utile netto consolidato avrebbe registrato una crescita del 29,7%.
Dal lato patrimoniale, l’indebitamento finanziario netto è aumentato a 629 milioni, rispetto ai 530 milioni al 31 marzo 2022.
Per quanto riguarda l’evoluzione della gestione, il gruppo sottolinea come l’attuale portafoglio ordini consenta di immaginare un andamento positivo del fatturato nel secondo semestre e ipotizzare il superamento della storica soglia di 2 miliardi a fine 2022.