Banca Ifis – Margine di intermediazione a 324 mln (+11,6% a/a) nel 1H 2022

Nel 1H 2022 il margine di intermediazione del gruppo Banca Ifis si attesta a 324 milioni, in crescita dell’11,6% sul pari periodo del 2021.

A tale risultato contribuiscono la crescita dell’Area Factoring, con 78,9 milioni (+14% a/a) grazie all’aumento del margine di interesse e delle commissioni nette conseguenti all’andamento dei crediti gestiti e la buona tenuta dell’Area Leasing (stabile a 29 milioni).

In calo del 18,4% a/a a 34,3 milioni l’Area Corporate Banking & Lending (il dato del semestre precedente aveva beneficiato del contributo per circa 5 milioni della
rivalutazione dell’investimento in una partecipazione di minoranza).

Il margine di intermediazione del Settore Npl si attesta a 135 milioni (+9,5% a/a), soprattutto grazie alle buone performance della raccolta legale e della raccolta stragiudiziale, complessivamente aumentata del 10,3%.

L’attività sul portafoglio proprietario contribuisce alla crescita del margine di intermediazione con 6,5 milioni, di cui 2,4 milioni derivanti da maggiori dividendi su titoli in portafoglio, 2,4 milioni all’attività di negoziazione e 1,7 milioni riferiti a utili da cessione.

Contribuisce positivamente al margine di intermediazione, con una crescita di 2,1 milioni anche il portafoglio di strumenti finanziari dell’Area Non Core.

I costi operativi segnano un progresso del 7,5% a 185,5 milioni. Il cost/income ratio è pari al 57,3% rispetto al 59,4% relativo a giugno 2021.

Le rettifiche di valore nette per rischio di credito riclassificate includono gli accantonamenti per rischio di credito su garanzie rilasciate e gli utili/perdite da cessione di crediti. Al 30 giugno 2022 sono pari a 33,7 milioni rispetto ai 43,5 milioni di euro dell’equivalente periodo del 2021, il cui dato includeva rettifiche per 8,8 milioni sul Settore Npl, effettuate a seguito di un’analisi di dettaglio – all’epoca ancora in corso – svolta anche in risposta alla pandemia da Covid-19, in termini di maggiori tempi di incasso sulle posizioni caratterizzate principalmente da vintage più alta.

Gli accantonamenti netti a fondi per rischi e oneri presentano un saldo positivo di 3,1 milioni, in miglioramento rispetto al saldo negativo di 2,4 milioni al 30 giugno 2021. Il dato è dovuto principalmente alla ripresa per 5,7 milioni sui fondi rischi connessi alle operazioni di cessione crediti in ambito GACS.

L’utile netto di pertinenza della Capogruppo si attesta a 72,5 milioni, in aumento del 50,0% sul pari periodo del 2021.

Dal lato patrimoniale, il totale dei crediti verso la clientela, valutati al costo ammortizzato, è pari a 9.869,2 milioni, in calo sul 31 dicembre 2021 (10.331,8 milioni). Il dato include titoli di debito per 1,7 miliardi (2 miliardi di euro al 31 dicembre 2021).

Nei primi sei mesi del 2022 il Gruppo ha proseguito la strategia di differenziazione dei canali distributivi, con l’obiettivo di garantire un miglior equilibrio rispetto alla raccolta retail. Il Gruppo dispone di una dotazione di liquidità superiore al fabbisogno (circa un miliardo di euro al 30 giugno 2022 tra riserve e attivi liberi finanziabili in BCE) tale da permettere un ampio rispetto dei limiti di LCR e NSFR (con indici superiori, rispettivamente, al 1.000% e al 100%).

Al 30 giugno 2022 il totale della raccolta è di 10.396,3 milioni (-3,6% rispetto a fine anno 2021) e la struttura del funding risulta così composta: 51,7% Clientela; 10,1% Titoli di debito; 14,1% Asset Backed Secutiries (ABS); 19,4% TLTRO; 4,7% Altro.

Al 30 giugno 2022 il Patrimonio netto consolidato si attesta a 1.592,4 milioni, in diminuzione rispetto al dato di 1.623,9 milioni a fine anno 2021.

I coefficienti del Gruppo a fine giugno si attestano per il CET1 al 14,92% (rispetto al 15,44% al 31 dicembre 2021), per il Tier 1 a 14,93% (15,45% al 31 dicembre 2021) e per il Total Capital al 19,00% (rispetto al 19,63% al 31 dicembre 2021), coefficienti che soddisfano ampiamente i requisiti prudenziali indicati dalla Banca d’Italia.