Mercati – Prevista apertura poco sopra la parità per l’Europa

Prevista una partenza in cauto rialzo per le borse europee, in un contesto in cui gli operatori continuano a valutare la prospettiva di una recessione e le strette monetarie delle banche centrali per contrastare l’inflazione.

Chiusura debole venerdì a Wall Street, dopo che i dati superiori alle attese sui non farm payroll di luglio hanno alimentato le attese di una Federal Reserve aggressiva. Il Nasdaq ha perso lo 0,5% e lo S&P 500 lo 0,2%, mentre il Dow Jones è salito dello 0,2%.

Tra i mercati asiatici, stamane, Tokyo ha terminato in positivo dello 0,3%, mentre Shanghai avanza dello 0,4% e Hong Kong cede lo 0,6%.

I dati sul mercato del lavoro Usa migliori delle attese diffusi venerdì hanno rafforzato le aspettative di un altro maxi rialzo dei tassi di interesse da 75 punti base da parte della Fed anche a settembre.

L’attenzione degli operatori su sposta ora sul report sui prezzi al consumo a luglio negli Stati Uniti in uscita questa settimana, che potrebbe contribuire a formulare le previsioni sulle prossime mosse dell’istituto di Washington.

Se da una parte l’inflazione sembra aver raggiunto il suo picco, dall’altra resta da chiarire se si manterrà a lungo su livelli elevati. I prezzi Usa a luglio sono attesi in rallentamento dal 9,1% all’8,7%, non sufficiente per gli analisti a far deviare dalla posizione falco della politica monetaria della Fed.

Intanto il Senato Usa ha approvato il piano Biden da 740 miliardi di dollari su clima, tasse e sanità, che ora dovrà passare alla Camera. È molto meno dei 3.500 miliardi inizialmente proposti, ma comunque un successo per i Democratici a tre mesi dalle elezioni di mid term.

Per quanto riguarda l’Italia, attesa la reazione di Piazza Affari al taglio dell’outlook da stabile a negativo da parte di Moody’s, che ha confermato il rating sovrano a Baa3. Decisione simile a quella di S&P, che a fine luglio aveva ridotto le prospettive da positive a stabili per le possibili ripercussioni della crisi energetica sulla crescita e della crisi politica sul Pnnr.