Mercati asiatici – Incerti con occhi su agenda macro e tensioni geopolitiche

Seduta incerta per le maggiori piazze finanziarie asiatiche mentre lo sguardo resta focalizzato sull’agenda macroeconomica, le decisioni delle banche centrali e le tensioni geopolitiche.

Cresce l’attesa per il dato sull’indice dei prezzi al consumo in calendario domani e che dovrebbe aiutare gli investitori ad avere indicazioni più chiare sul percorso di politica monetaria che la Federal Reserve intende seguire.

L’ipotesi più probabile al momento resta quella di una nuova stretta da 75 punti base a settembre, dopo quelle di pari entità di giugno e luglio.

Nel frattempo, in base all’ultimo sondaggio della Fed di New York che ha coinvolto i consumatori americani è emersa una riduzione delle stime sull’inflazione statunitense dei prossimi anni. Nel dettaglio le aspettative a tre anni sono scese al 3,2% a luglio, dal 3,6% del mese precedente, secondo calo mensile consecutivo. Le prospettive per l’inflazione sul solo prossimo anno sono scese al 6,2% dal precedente 6,8%.

Stime che continuano quindi a essere ben al di sopra dell’obiettivo della Fed fissato al 2%.

Sullo sfondo restano i timori per la situazione geopolitica con la Cina che prosegue le esercitazioni militari marittime e aree. Biden ha intanto dichiarato di non essere preoccupato per Taiwan ma per le mosse dei cinesi ritenendo tuttavia che Pechino “non andrà oltre”.

Sul forex, il cambio euro/dollaro si attesta in area 1,02 e il dollaro/yen a 135,00. Tra le materie prime, petrolio poco mosso con il Brent a 96,7 dollari (+0,1%) e il Wti a 90,9 dollari al barile (+0,1%). Oro stabile a 1.805 dollari l’oncia.

Tornando ai listini asiatici, flat Cina, con Shanghai +0,1% e Shenzhen in parità, e Hong Kong (0,0%).

Giappone debole con Nikkei -0,9% e Topix -0,7%.

Il tutto dopo che ieri a Wall Street il Dow Jones ha chiuso a +0,1% mentre lo S&P500 e il Nasdaq a -0,1%.