Si riporta l’andamento odierno dei principali titoli internazionali del settore energetico e delle utilities:
Giornata negativa per i mercati azionari: in Europa, il Ftse Mib cede lo 0,7%, il Dax l’1,6% e il Ftse 100 lo 0,3%. A Wall Street, il Nasdaq perde l’1%, lo S&P 500 lo 0,7% e il Dow Jones lo 0,5%.
Poco mosse le quotazioni del greggio, che si mantengono sui minimi da oltre sei mesi in scia alle persistenti preoccupazioni legate al rischio di recessione e al conseguente impatto negativo sulla domanda di petrolio.
Timori che mettono in secondo piano le speranze di nuovi stimoli da parte della Cina per sostenere l’economia, con il premier Li Keqiang che ha esortato sei delle maggiori province del paese ad adottare misure per favorire la crescita.
Gli operatori monitorano inoltre gli sviluppi dei colloqui per il rilancio dell’accordo sul nucleare iraniano del 2015, che potrebbero portare a un aumento delle esportazioni di greggio da Teheran qualora si raggiungesse un’intesa.
L’amministrazione Biden sta valutando la risposta dell’Iran alla proposta dell’Unione europea, con i funzionari da entrambe le sponde dell’Atlantico che segnalando la possibilità di trovare un accordo dopo oltre un anno di discussioni.
Uniper ha chiuso un primo semestre 2022 appesantito alla riduzione delle consegne di gas da parte della Russia, in seguito alla guerra in Ucraina, avvertendo che anche il 2023 sarà in perdita. Nei primi sei mesi dell’esercizio la perdita netta è stata di 12,3 miliardi contro quella di 67 milioni dello scorso anno.
A livello rettificato, la perdita ammonta a 359 milioni contro l’utile di 485 milioni del primo semestre del 2021. L’Ebit rettificato è pari a -564 milioni contro +580 milioni. Il debito netto è salito di 324 milioni a 2,06 miliardi, riflettendo principalmente al cash flow negativo per 2,2 miliardi (contro +346 milioni) in collegamento con la riduzione dei flussi di gas russo.