Il Cda di Banca Carige si è riunito in data odierna per approvare i risultati consolidati al 30 giugno 2022 (riferiti al perimetro dell’ex Gruppo Carige), in conseguenza della revoca del decreto di sospensione dell’esecuzione della deliberazione dell’Assemblea degli azionisti del 15 giugno 2022 di nomina dell’organo amministrativo, disposta dal Tribunale di Genova con ordinanza depositata il 16 agosto 2022.
Si ricorda che dal 3 giugno 2022, a seguito del perfezionamento dell’acquisizione della partecipazione di controllo precedentemente detenuta dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (“FITD”) e dallo schema volontario (“SVI”), Carige è entrata a far parte del gruppo Bper.
Il risultato netto del secondo trimestre, negativo per 212,4 milioni, è significativamente condizionato da componenti non ricorrenti, tra le quali rilevano quelle connesse alla revisione delle assunzioni valutative di talune poste contabili nell’ambito del graduale processo di integrazione con la capogruppo Bper banca (peraltro dalla stessa già previste in sede di acquisizione).
Al netto delle componenti one-off, che incidono per complessivi 205,0 milioni netti, il risultato del trimestre esprime un deficit di 7,4 milioni, in miglioramento rispetto al risultato del primo trimestre (-8,7 milioni su base comparabile).
Fra le componenti one-off, al lordo degli effetti fiscali rilevati, si segnalano in particolare:
- il rilascio integrale della riserva di cash flow hedge (cfh) relativa alle coperture chiuse nel 2015 e pari a -81,3 milioni;
- la svalutazione di immobilizzazioni immateriali nella prospettiva di in-sourcing dell’IT, come previsto dal piano industriale della capogruppo, con un impatto aggiuntivo pari a -109,0 milioni;
- accantonamenti per potenziali penali ed indennizzi per 36,8 milioni.
La società conferma la buona qualità del portafoglio crediti, con una incidenza dei crediti deteriorati netti pari al 2,6% ed un ulteriore incremento del coverage di oltre due punti percentuali nel semestre (ora pari al 53,5%).
Elevato il livello di patrimonializzazione conseguito: CET1 Ratio fully phased al 13,1%
(CET1 Ratio phased-in al 14,0%) e Total Capital Ratio fully phased al 15,6% (Total Capital
Ratio phased-in al 16,4%), ampiamente superiori ai requisiti regolamentari, con RWA pari a
8,8 miliardi.
Si mantengono su livelli elevati anche gli indicatori di liquidità: il Liquidity Coverage Ratio
(“LCR”) si colloca al 286% ed il Net Stable Funding Ratio (“NSFR”) al 141%.