Prima metà di seduta in rialzo per i tassi europei e americani in un contesto ancora appesantito dai timori che le restrizioni monetarie per contrastare l’inflazione danneggeranno l’economia globale.
I principali listini continentali si muovono negativi con il Ftse Mib che cede lo 0,9%.
L’inflazione nell’Eurozona ha accelerato a un nuovo massimo storico, rafforzando l’ipotesi che la Banca centrale europea potrebbe prendere in considerazione un forte aumento dei tassi di interesse durante il meeting di settimana prossima.
In particolare, ad agosto i prezzi al consumo nell’Eurozona hanno registrato un +0,5% su base mensile (dato preliminare), leggermente superiore al consensus (+0,4%) dopo il +0,1% di luglio. Su base annua i prezzi al consumo hanno riportato un +9,1%, valore leggermente superiore alle stime (+9%) dopo il +8,9% della lettura finale del mese precedente. L’indice Core, calcolato al netto dei prezzi di energia, cibo, alcool e tabacco, mostra ad agosto (dato preliminare) un incremento su base tendenziale del 4,3% (consensus +4,1%, luglio +4%).
I funzionari della Federal Reserve hanno intanto ribadito la loro determinazione a frenare le pressioni sui prezzi mentre cresce l’attesa per il job report Usa in calendario venerdì da cui potrebbero emergere nuovi segnali.
Il tutto in un contesto già gravato dalle preoccupazioni legate alla crisi energetica europea e ai crescenti attriti tra Pechino e Taipei dopo che i colpi sparati dai soldati taiwanesi per respingere i droni civili.
Tornando all’obbligazionario il rendimento del Btp decennale sale al 3,89% (+12 bp) con uno spread a 234 punti (+5 bp). Oltreoceano il tasso del T-Bond aumenta al 3,15% (+4 bp).