Seduta negativa per le borse del Vecchio Continente, orfane di Wall Street chiusa per festività. In primo piano la crisi energetica, che alimenta i rischi per l’economia globale sommandosi all’elevata inflazione e alla stretta monetaria delle banche centrali.
A Piazza Affari il Ftse Mib archivia gli scambi in ribasso del 2% a 21.480 punti, sottotono il Dax di Francoforte (-2,2%), il Cac 40 di Parigi (-1,2%) e l’Ibex 35 di Madrid (-1%). Resiste il Ftse 100 di Londra (+0,1%) dopo l’ufficializzazione della nomina di Liz Truss come nuovo primo ministro britannico, anche se il suo piano per stimolare l’economia tagliando le tasse preoccupa gli investitori.
Focus sul tema dell’energia, dopo che il colosso russo Gazprom ha deciso di mantenere chiuso a tempo indeterminato il Nord Stream 1, il principale gasdotto che collega Mosca all’Europa. L’annuncio è giunto dopo che i Paesi del G7 hanno deciso di imporre un tetto al prezzo del petrolio russo. Venerdì i ministri dell’energia europei valuteranno altre misure per fronteggiare l’impennata dei prezzi e le sue ricadute sull’economia.
Il tutto in vista della riunione di giovedì della Bce che, secondo le attese, potrebbe alzare i tassi di interesse di 75 punti base, anche se le tensioni con il Cremlino suggeriscono una certa cautela. Ad appesantire il sentiment contribuiscono le nuove restrizioni nelle città cinesi di Shenzhen e Chengdu per contrastare la recrudescenza del Covid.
Per quanto riguarda l’agenda macro, ad agosto l’attività economica dell’eurozona ha evidenziato una contrazione per il secondo mese consecutivo, con un calo della produzione sia nel manifatturiero sia nei servizi. In Italia, l’indice S&P Global Pmi Servizi è salito da 48,4 a 50,5 punti, mentre il dato composito è migliorato da 47,7 a 49,6 punti, pur restando sotto la soglia dei 50 punti che separa espansione e contrazione.
Sul Forex, il dollaro si rafforza nei confronti delle altre valute. L’euro/dollaro rimane in prossimità dei minimi da vent’anni a 0,992 mentre il cambio tra biglietto verde e yen risale a 140,55.
Tra le materie prime avanzano le quotazioni del greggio con il Brent (+2,7%) a 95,6 dollari e il Wti (+2,6%) a 89,1 dollari, dopo che l’Opec+ ha concordato di ridurre la produzione di 100.000 barili al giorno a ottobre, annullando l’aumento dell’output deciso il mese scorso. In particolare, il gruppo diminuirà la produzione di 100.000 barili al giorno il prossimo mese, riportandola ai livelli di agosto.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund sale di circa sei punti base in area 235, con il rendimento del decennale italiano al 3,92%.
Tornando a Piazza Affari, sul Ftse Mib chiudono in positivo soltanto i petroliferi Eni (+1,7%) e Tenaris (+0,9%). Forti vendite invece su Campari (-4,3%), Stellantis (-4,8%), Interpump (-4,8%) e Pirelli (-5,1%).