Mercati asiatici – Deboli in un contesto di cautela

Seduta perlopiù debole per le principali piazze finanziarie asiatiche con lo sguardo sulle mosse delle banche centrale oltre che sull’inflazione elevata e sulla crisi energetica.

In Giappone le autorità hanno dichiarato di essere preoccupate per la scivolata dello yen verso il suo peggior anno mai registrato e che bisognerà intervenire se tale trend dovesse continuare.

Inoltre, la Banca centrale nipponica ha dichiarato che aumenterà gli acquisti di obbligazioni programmati dopo che il tasso a 10 anni si è avvicinato al limite superiore dello 0,25%.

L’istituto acquisterà 550 miliardi di yen (3,8 miliardi di dollari) di obbligazioni a cinque-dieci anni rispetto ai 500 miliardi di yen previsti.

In Cina la Banca Popolare ha fissato per l’undicesimo giorno consecutivo un tasso di riferimento per lo yuan superiore alle previsioni, facendo seguito alla riduzione degli obblighi di riserva in valuta estera per le istituzioni finanziarie.

Segni di debolezza anche dal fronte macro con esportazioni cinesi aumentate del 7,1% su base annua a fronte del +13% stimato dagli analisti e del +18% del mese precedente.

Nuovi segnali di rallentamento in un contesto già appesantito dai timori per l’aggravarsi della crisi energetica europea, le tensioni internazionali e l’impatto di nuovi lockdown in Cina.

Sul forex, nel frattempo, il cambio euro/dollaro si mantiene sotto la parità in area 0,99, mentre il cambio tra il biglietto verde e lo yen risale a 144. Tra le materie prime, petrolio in ribasso con il Brent (-1,4%) a 91,5 dollari e il Wti (-1,7%) a 85,4 dollari al barile.

Tornando ai listini asiatici, Cina cauta con Shanghai a +0,1% e Shenzhen a +0,4%. Hong Kong a -1,6%.

Giappone debole con Nikkei -0,8% e Topix -0,7%.

Il tutto dopo che ieri a Wall Street il Nasdaq ha ceduto lo 0,7%, il Dow Jones lo 0,6% e lo S&P500 lo 0,4%.