Mercati – Previsto avvio sopra la parità per l’Europa, focus su vertice sull’energia

Prevista una partenza positiva per le borse europee, all’indomani della riunione della Bce e in attesa oggi del vertice straordinario dei ministri dell’energie Ue per discutere le risposte all’impennata dei prezzi del gas.

Chiusura in rialzo ieri a Wall Street, con lo S&P 500 che ha guadagnato lo 0,7% tornando sopra la soglia dei 4.000 punti per la prima volta da fine agosto. Progresso dello 0,6%, invece, sia per il Nasdaq che per il Dow Jones.

Tra i mercati asiatici, stamane, Tokyo ha terminato in positivo dello 0,5%, mentre Shanghai avanza dello 0,8% e Hong Kong del 2,7% dopo l’inattesa frenata dell’inflazione cinese ad agosto.

Ieri l’Eurotower ha alzato i tassi di interesse di 75 punti base all’unanimità, dichiarando di attendersi ulteriori aumenti nelle prossime riunioni per frenare la domanda e mettere al riparo dal rischio di un persistente incremento dell’inflazione attesa.

Francoforte prevede un rallentamento dell’economia che dovrebbe portare a una fase di stagnazione nel resto dell’anno e all’inizio del prossimo, ritenendo però che una recessione arriverebbe solo in caso di uno stop delle forniture di gas russo senza approvvigionamenti alternativi.

Una stretta da 75 punti base è attesa anche dal meeting della Federal Reserve del 21 settembre, dopo che ieri il chairman Jerome Powell ha sottolineato la necessità di agire in maniera diretta contro l’inflazione mettendo nuovamente in guardia contro un allentamento prematuro della politica monetaria.

Focus, inoltre, sul Consiglio europeo straordinario sull’energia, che dovrebbe rinviare il discorso sul price cap del gas russo alle riunioni di ottobre tra capi di governo e di stato, discutendo invece sulle misure per ridurre i consumi.

Sul fronte macro, i prezzi al consumo in Cina ad agosto hanno inaspettatamente rallentato al 2,5% dal picco degli ultimi due anni segnato a luglio del 2,7%, un dato più debole delle previsioni di mercato del 2,8%.

Una frenata che lascia più spazio di manovra alle autorità monetarie di Pechino per sostenere l’economia, colpita dalla politica Covid-zero che ha portato da ultimo al lockdown di Chengdu, una megalopoli da 21 milioni di abitanti.