Partenza poco sopra la parità a Wall Street, con l’attenzione sempre rivolta alle prossime mosse della Fed tra le speranze che l’inflazione abbia raggiunto il picco. Dopo pochi minuti di scambi, il Nasdaq guadagna lo 0,8%, lo S&P 500 lo 0,7% e il Dow Jones lo 0,4%.
Il focus degli operatori è rivolto soprattutto sul report sui prezzi al consumo Usa ad agosto in uscita domani, che dovrebbe evidenziare un rallentamento all’8% annuo, ma con il dato core visto in accelerazione oltre il 6%.
Numeri che, se confermati, non dovrebbero modificare la prospettiva di un terzo rialzo consecutivo dei tassi di interesse da 75 punti base da parte della banca centrale americana nella riunione della prossima settimana.
I membri della Fed Christopher Waller e James Bullard si sono detti favorevoli a un’altra stretta di tale entità, mentre Esther George (Fed di Kansans City) ha sottolineano che il board ha motivi evidenti per continuare a rimuovere gli stimoli monetari.
Intanto sul Forex il biglietto verde si indebolisce per il secondo giorno consecutivo nei confronti delle altre principali valute ad eccezione della moneta giapponese, con il cambio dollaro/yen in lieve rialzo a 142,7.
L’euro/dollaro risale a 1,012 in scia alle aspettative di ulteriori strette anche da parte della Bce, dopo che nel weekend il presidente della Bundesbank, Joachim Nagel, ha segnalato la necessità di nuovi interventi decisi sul fronte dei tassi di interesse.
Tra le materie prime in rialzo le quotazioni del greggio con il Brent (+2%) a 94,7 dollari e il Wti (+2,1%) a 88,6 dollari, mentre i colloqui sul nucleare iraniano sembrano incontrare degli ostacoli e si profila un embargo sui rifornimenti di petrolio russo.
Nel comparto obbligazionario, infine, il rendimento del decennale americano arretra di circa tre punti base al 3,28% e quello del biennale di circa quattro punti base al 3,52%.