Borse europee in ordine sparso e futures di Wall Street in rialzo, all’indomani delle perdite innescate dal report peggiore delle attese sull’inflazione statunitense.
Il Ftse Mib di Milano avanza dello 0,7% in area 22.450 punti, ben intonato come l’Ibex 35 di Madrid (+0,5%). Deboli invece il Cac 40 di Parigi (-0,2%), il Dax di Francoforte (-0,3%) e il Ftse 100 di Londra (-0,8%). Progressi intorno al mezzo punto percentuale per i derivati sugli indici americani Dow Jones, S&P500 e il Nasdaq, reduci dalla peggior seduta degli ultimi due anni.
Il sell-off di ieri, tuttavia, è stato interpretato più come una ricalibrazione delle prospettive piuttosto che un segnale di panico, come dimostra la mancata impennata dell’indice Vix. Il riposizionamento è stato determinato dai dati americani di agosto sui prezzi al consumo, che hanno evidenziato un incremento dell’8,3% annuo, con un dato core in accelerazione al 6,3%.
Numeri superiori alle stime degli analisti, che cementano le aspettative di un altro rialzo dei tassi da 75 punti base nella riunione della Fed in programma la prossima settimana, mentre alcuni trader cominciano persino a prezzare un incremento di un punto percentuale.
In Europa, l’attenzione resta concentrata prevalentemente sulla crisi energetica e sulle risposte dell’Ue. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha presentato un piano per raccogliere 140 miliardi a supporto di famiglie e imprese, limitando le entrate dei produttori di energia a basso costo. Altre proposte sul tavolo riguardano eventuali limiti ai prezzi e una riduzione della domanda di energia, dopo aver accantonato l’ipotesi di un tetto al costo del gas russo.
Dall’agenda macroeconomica sono giunti i dati peggiori delle attese sulla produzione industriale di luglio dell’Eurozona (-2,3% m/m e -2,4% a/a), mentre negli Stati Uniti verrà diffuso l’indice dei prezzi alla produzione di agosto.
Intanto sul Forex l’euro/dollaro si mantiene intorno alla parità (a 1,00), mentre il cambio fra biglietto verde e yen scende a 143,5 dopo che le autorità giapponesi hanno ventilato un possibile intervento sul mercato valutario.
Tra le materie prime avanzano leggermente le quotazioni del greggio con il Brent (+0,3%) a 93,4 dollari e il Wti (+0,3%) a 87,6 dollari, dopo l’incremento delle scorte Usa evidenziato dal report settimanale Api.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund si attesta a 226 punti base, con il rendimento del decennale italiano al 3,99%.
Tornando a Piazza Affari, fra le aziende a maggior capitalizzazione gli acquisti premiano banche e finanziari, soprattutto Nexi (+3,9%), Banco Bpm (+3,6%), Bper (+3,5%) e Finecobank (+2,7%). In ribasso invece le utilities Hera (-2,6%), A2A (-1,7%) e Italgas (-1,5%).