Mercati – Europa chiude negativa, in controtendenza Milano a +0,5%

Chiusura ancora debole per le borse europee, mentre prosegue in positivo la seduta di Wall Street dopo il pesante crollo di ieri innescato dai dati superiori alle attese sull’inflazione negli Stati Uniti ad agosto.

In controtendenza Milano, dove il Ftse Mib ha archiviato le contrattazioni con un +0,5% a 22.413 punti. In ribasso, invece, il Ftse 100 di Londra (-1,5%), il Dax di Francoforte (-1,2%) e il Cac 40 di Parigi (-0,4%), mentre ha chiuso invariato l’Ibex 35 di Madrid.

Oltreoceano, il Nasdaq guadagna lo 0,9%, lo S&P 500 lo 0,6% e il Dow Jones lo 0,4%, dopo aver registrato ieri la peggior seduta in oltre due anni.

Sebbene l’entità del crollo sia stato considerevole, lo S&P 500 ha solo cancellato i guadagni delle quattro sedute precedenti sulle aspettative di un raffreddamento dell’inflazione che avrebbe dato alla Fed spazio per rallentare il ritmo delle strette monetarie.

Il sell-off di ieri è stato quindi interpretato più come una ricalibrazione di tale prospettiva piuttosto che un segnale di panico, come dimostra la mancata impennata del Vix, il cosiddetto indice della paura.

La lettura superiore alle previsioni dell’inflazione Usa ha infatti rafforzato le aspettative di un altro rialzo dei tassi da 75 punti base della Fed la prossima settimana, mentre alcuni operatori cominciano persino a ipotizzare un incremento di un punto percentuale.

A pesare sull’azionario europeo, invece, sono state soprattutto le utilities, in scia alle misure allo studio della Commissione europea per rispondere alla crisi energetica che includono un possibile tetto temporaneo sui ricavi.

Sul fronte macro, l’agenda di oggi ha visto i dati peggiori delle attese sulla produzione industriale di luglio dell’Eurozona (-2,3% m/m e -2,4% a/a), mentre negli Stati Uniti i prezzi alla produzione di agosto hanno registrato un -0,1% su base mensile (in linea con il consensus) e un +8,7% su base annua (+8,8% il consensus) a fronte rispettivamente del -0,4% e del +9,8% di luglio.

Sul Forex il biglietto verde si indebolisce nei confronti delle altre valute dopo aver registrato ieri il maggior incremento giornaliero da tre mesi, con il cambio euro/dollaro tornato vicino alla parità.

In calo il dollaro/yen a 142,8 da un picco in area 145, tra le indiscrezioni secondo cui la Banca centrale giapponese starebbe valutando un possibile intervento sul mercato valutario se dovesse continuare l’attuale trend.

Tra le materie prime in rialzo le quotazioni del greggio con il Brent (+1,7%) a 94,8 dollari e il Wti (+2,1%) a 89,2 dollari, recuperando terreno nonostante l’incremento delle scorte Usa evidenziato dai dati settimanali Eia.

Sull’obbligazionario, infine, lo spread Btp-Bund è salito di circa un punto base a 227, con il rendimento del decennale italiano al 3,9%.

Tornando a Piazza Affari, bene in particolare Nexi (+3,8%), Bper (+3,8%), Banco Bpm (+3,2%) e Finecobank (+2,8%), mentre le vendite hanno colpito soprattutto Hera (-3,6%), A2A (-2,8%), Interpump (-2,5%), Cnh (-1,8%) e Italgas (-1,8%).