Il quadro congiunturale del primo semestre 2022 è stato caratterizzato dallo scoppio del conflitto Russia – Ucraina e dal riemergere del rischio pandemico da Covid-19 in Cina, che hanno contribuito ad alimentare le tensioni sui prezzi delle materie prime, in particolare gas e luce, e sui costi dei trasporti. Fattori che hanno causato una flessione del fatturato del 2,2% a 75 milioni, mentre l’Ebitda è sceso a 6,6 milioni (8,5 milioni nel 1H21) e il debito è aumentato a 52 milioni principalmente per l’incremento del capitale circolante. Beghelli sottolinea però come le attuali criticità del contesto congiunturale rappresentino anche un’occasione per accelerare gli investimenti per una maggiore efficienza energetica, direzione verso cui è sempre più orientato l’impegno della società. Confermata quindi la strategia che punta a cogliere le opportunità derivanti dal rinnovamento del settore dell’illuminazione in chiave ‘green’ a livello europeo e al rafforzamento della leadership sull’illuminazione di emergenza, a cui si aggiungono le importanti prospettive legate al business della sanificazione dell’aria, ai prodotti e servizi dedicati agli anziani con la linea Salvalavita ed agli innovativi sistemi ibridi di accumulo fotovoltaico in fase di lancio.
Il Gruppo Beghelli ha chiuso il primo semestre 2022 con risultati al di sotto delle previsioni, penalizzati da un contesto macroeconomico che non ha certo stimolato il mercato in investimenti di medio-lungo periodo.
Il quadro congiunturale della prima parte dell’anno è stato infatti caratterizzato dal conflitto russo-ucraina, dalle pesanti ripercussioni sulla filiera di fornitura della componentistica elettronica e dalla ridotta attività commerciale delle società asiatiche a causa della parziale inattività conseguente alla recrudescenza del Covid.
A ciò si sono aggiunti i ritardi nell’avvio di alcune importanti commesse già acquisite della pubblica amministrazione e nell’emanazione delle attese nuovo normative sulla qualità dell’aria nelle scuole, utili per la nuova linea di prodotti SanificaAria.
Fattori che hanno contribuito a una flessione del fatturato rispetto ai primi sei mesi del 2021 che, occorre ricordare, era stato un anno di forte ripresa e recupero dopo l’anno “horribilis” del 2020 dovuto allo scoppio della pandemia.
I ricavi sono quindi diminuiti del 2,2% a 75 milioni, mentre l’Ebitda è sceso da 8,5 milioni (7,9 milioni al netto dei componenti non ricorrenti) a 6,6 milioni. L’utile netto è passato dai 2,2 milioni al 30 giugno 2021 a 0,5 milioni.
Fatturato in lieve calo a causa del complesso quadro macroeconomico
Come detto, il fatturato del primo semestre 2022 è risultato inferiore rispetto a quanto previsto a budget, penalizzato anche dalla nuova ondata pandemica che ha investito i paesi asiatici (Cina in particolare) in cui opera il Gruppo, e da alcuni problemi logistici che hanno interessato gli approvvigionamenti in alcune società controllate estere.
In particolare, i ricavi del core business del settore “Illuminazione” sono stati pari a 71,2 milioni, in lieve aumento rispetto a quelli registrati nel medesimo periodo dello scorso anno.
I ricavi del settore “Altre attività”, invece, sono stati pari a 3,6 milioni, in calo rispetto ai 5,8 milioni al 30 giugno 2021 a causa delle minori vendite dei prodotti per la sanificazione dell’aria, che nel primo semestre 2021 avevano beneficiato della forte domanda di mercato collegata alla fase acuta della diffusione pandemica.
A livello geografico, il fatturato in Italia è stato pari a 40,4 milioni, in calo del 3,5% rispetto al primo semestre 2021, mentre i ricavi esteri sono diminuiti dello 0,6% a 34,4 milioni. Al 30 giugno 2022 l’incidenza della componente estera sul totale dei ricavi è quindi pari al 46% (45,3% al 30 giugno 2021).
I minori ricavi pesano sulla redditività, in aumento il debito
A livello di margini, l’Ebitda è diminuito del 22,3% a 6,6 milioni, con una redditività all’8,8% (11,1% nel 1H21). Al netto delle componenti non ricorrenti registrate nel primo semestre 2021 (0,6 milioni), il calo è stato del 16%.
Il calo dell’Ebitda è attribuibile alla riduzione dei ricavi, ad un diverso mix di vendita, ad un incremento percentuale rispetto alle vendite dei costi per materie prime e industriali ed infine all’aumento del costo del personale, prevalentemente a seguito dell’azzeramento della Cassa integrazione nelle società italiane. Tali incrementi sono stati in parte compensati da minori costi pubblicitari.
Dal lato patrimoniale, l’indebitamento finanziario netto è salito a 51,8 milioni rispetto ai 42,8 milioni al 31 dicembre 2021, dopo un cash flow operativo negativo per circa 6 milioni principalmente attribuibile all’aumento del capitale circolante netto.
In particolare, ha inciso l’incremento dei crediti commerciali per il minor ricorso alla cessione pro-soluto e per la maggiore concentrazione verso la fine del semestre dei ricavi originati da commesse di dimensioni medio-grandi.
A ciò si è aggiunto l’aumento delle rimanenze dovuto agli approvvigionamenti necessari alla esecuzione delle commesse in portafoglio e agli ordini attesi per il secondo semestre, con un trend previsto comunque in miglioramento nel secondo semestre per la dinamica attesa dei ricavi.
L’outlook 2022-2023
Per quanto riguarda l’outlook 2022, in assenza di ulteriori elementi straordinari oltre quelli attuali, Beghelli si attende un incremento dei ricavi rispetto al 2021 e un miglioramento dell’Ebitda ricorrente, con un indebitamento finanziario netto in sostanziale stabilità rispetto a quello registrato alla fine dello scorso esercizio.
Previsioni che implicano un’accelerazione dei ricavi nella seconda parte dell’anno, accompagnati da un recupero della marginalità e della generazione di cassa anche grazie a una normalizzazione delle dinamiche del capitale circolante.
Il Gruppo resta impegnato in settori di grandissima attualità e prospettiva che si ritiene possano consentire importanti risultati nel prossimo biennio, in un quadro complessivo di rafforzata sostenibilità del proprio business.
Se da una parte le attuali criticità legate al caro-energia e alle tensioni lungo le catene di approvvigionamento minacciano di rallentare la crescita economica, dall’altra rappresentano anche un’opportunità per una maggiore indipedenza energetica ed una spinta verso la produzione di beni e servizi che utilizzino minori risorse e che consumino sempre meno.
Una direzione verso cui è sempre più orientato l’impegno di Beghelli tramite l’offerta di prodotti e servizi ad alta tecnologia come i sistemi di illuminazione LED per il risparmio energetico, a cui si aggiungono le prospettive positive derivanti dal business dell’illuminazione di emergenza, in cui il Gruppo intende rafforzare la propria leadership con prodotti sempre più innovativi.
Il tutto senza dimenticare le opportunità legate alla linea Salvalavita, dedicata principalmente agli anziani e che avrà un peso sempre più importante nella società, e al business della sanificazione dell’aria e degli innovativi sistemi ibridi di accumulo fotovoltaico in fase di lancio.
Confermate le linee guida del piano industriale 2022-26
La complessità dello scenario internazionale ha portato a rivedere al ribasso le stime di crescita su scala mondiale ed in particolare con riferimento all’industria manifatturiera italiana.
In tale contesto, le prospettive restano, nel panorama nazionale, tendenzialmente positive per l’elettrotecnica, settore di naturale collocazione delle proposte commerciali del Gruppo, grazie agli impulsi che arriveranno dal “Renovation Wave” europeo e dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che hanno, tra i propri obiettivi, la ristrutturazione degli edifici in ottica green al fine di migliorarne l’efficienza energetica.
Opportunità che Beghelli intende cogliere forte del piano industriale 2022-2026 approvato lo scorso marzo, che ha confermato l’obiettivo di portare a termine la riorganizzazione industriale all’interno delle strutture produttive del Gruppo, già avviata nel triennio precedente.
La strategia varata dalla società mira a ridurre ulteriormente i costi industriali di struttura, recuperando marginalità operativa e supportare l’incremento dei ricavi di vendita.
Confermata, inoltre, la politica di dismissione degli asset ritenuti non strategici, volta a un progressivo deleveraging che consentirà al Gruppo di investire in altri percorsi di crescita strategica.
Oltre alla cessione del complesso immobiliare di Crespellano e del terreno di Monteveglio, Beghelli prevede la cessione dei lotti prefabbricati attualmente non utilizzati di proprietà di una società controllata cinese, puntando inoltre a una razionalizzazione della produzione in Europa.