Mercati asiatici – Contrastati con Cina negativa, resistono Giappone e Hong Kong

Andamento contrastato per le principali piazze finanziarie asiatiche, dopo il modesto rimbalzo di Wall Street, con gli operatori che restano intenti a valutare la possibilità di ampi aumenti dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve.

In Cina Shanghai e Shenzhen cedono rispettivamente l’1,6% e il 2,8%. Resistono a +0,2% Hong Kong così come, in Giappone, il Nikkei e il Topix.

L’attenzione resta concentrata sull’agenda macro statunitense. La flessione dei prezzi alla produzione annunciata ieri (-0,1% m/m) ha contribuito ad allievare, seppur parzialmente, le incertezze, dopo che l’inflazione peggiore delle attese, comunicata martedì, ha rafforzato le prospettive di un altro rialzo dei tassi da 75 punti base della Fed la prossima settimana. Alcuni operatori cominciano persino a ipotizzare un incremento di un punto percentuale.

Nuovi segnali sulla forza dell’economia e sulle aspettative di inflazione a stelle e strisce potrebbero emergere dai prossimi appuntamenti macro a partire dai dati sulle vendite al dettaglio in calendario oggi e le letture dell’Università del Michigan di domani.

In Cina, la Banca centrale ha lasciato invariati, come da attese, i tassi sui prestiti a medio termine al 2,75%.

Dall’agenda macro giapponese è emerso intanto un disavanzo commerciale salito ad agosto ben oltre le attese a 2.817,3 miliardi di yen. Si tratta del maggior deficit commerciale mai registrato e il 13° mese consecutivo di disavanzo, il periodo più lungo dal 2015.

Sul forex, intanto, il cambio euro/dollaro resta sotto la parità in area 0,996 mentre il cambio tra il biglietto verde e lo yen risale a quota 143,6. Tra le materie prime, petrolio poco mosso con il Brent (-0,2%) a 93,9 dollari e il Wti (-0,1%) a 88,4 dollari al barile.

Il tutto dopo che ieri a Wall Street il Nasdaq ha chiuso a +0,7%, lo S&P500 a +0,3% e Dow Jones a +0,1%.