Nel primo semestre 2022 Compagnia dei Caraibi ha registrato ricavi consolidati pari a 28 milioni, in progresso del 86,4% su base annua.
L’EBITDA si è attestato a 3,5 milioni, balzato del 181,3% rispetto a 1,3 milioni al 30 giugno 2021, con un margine al 12,6% in incremento rispetto al precedente 8,4%, principalmente per effetto della diminuzione del peso percentuale del costo del personale, meglio assorbito dal livello più alto dei ricavi, nonché da un leggero miglioramento del costo del venduto e da un attento controllo dei costi connessi alla supply chain, i quali mantengono un peso pressoché invariato.
L’EBIT è stato pari a 3 milioni, in crescita del 209,7% rispetto a 1 milione al 30 giugno 2021, dopo ammortamenti e accantonamenti per 0,5 milioni di euro (0,3 milioni dal 30 giugno 2021).
Il periodo si è chiuso con un utile netto di 2,2 milioni in crescita del 314,6% rispetto allo stesso periodo dell’esercizio precedente, dopo imposte per 0,8 milioni (0,4 milioni al 30 giugno 2021).
Sul fronte patrimoniale la cassa netta si esprime in 6,1 milioni (cassa netta a 7,2 milioni al 31 dicembre 2021).
Con riferimento all’evoluzione prevedibile della gestione la società riporta che “l’andamento positivo dei mesi estivi, con particolare riferimento a luglio e agosto, ha rafforzato e confermato le aspettative per il conseguimento degli obiettivi del gruppo”.
“Il contesto inflazionistico rimane l’elemento di maggiore attenzione, con un impatto atteso – con maggior vigore nell’ultimo trimestre dell’anno – sulla riduzione contestuale del potere di acquisto e della propensione al consumo. Tale contesto potrebbe incidere sulla dinamica di mercato portando ad un rallentamento della domanda”.
“La strategia distributiva diversificata, nonché una proposta ampia e differenziata, permette comunque al gruppo di mantenere una visione positiva del mercato. Mentre la struttura commerciale e la struttura marketing rimangono focalizzate su raggiungimento degli obiettivi e sulle attività di brand building, le altre strutture operative sono concentrate sul contenimento dell’impatto derivante dell’aumento dei costi di materie prime e supply chain. Unitamente a ciò rimane prioritaria assoluta l’individuazione di modalità di riduzione dell‘impronta di carbonio del gruppo”.
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