Mercati asiatici – Sottotono con l’attenzione sulle banche centrali

Seduta sottotono per i principali listini asiatici, dopo la chiusura in calo di Wall Street, con lo sguardo che resta puntato sulle banche centrali.

In Cina, Shanghai a -0,2% mentre Shenzhen cede lo 0,5%. Hong Kong segna un ribasso dell’1,2%, così come, in Giappone, sia Nikkei sia il Topix.

Focus di giornata sulla riunione della Fed che terminerà stasera con la maggior parte degli analisti che si attende un terzo aumento consecutivo da 75 punti base, senza tuttavia escludere l’ipotesi di un rialzo da 100 punti di fronte a un’inflazione che resta elevata.

Saranno fondamentali anche i segnali che emergeranno dalla successiva conferenza stampa nel tentativo di capire fino a quando durerà la traiettoria della stretta, ormai vista sconfinare al 2023.

Gli operatori si attendono per domani altri rialzi da parte della Banca d’Inghlterra, dalla Norges Bank e dalla Banca nazionale svizzera, che potrebbe porre fine a oltre sette anni di tassi negativi, ai quali invece dovrebbe mantenersi il Giappone. La Bank of Japan ha intanto annunciato un’operazione di acquisto di obbligazioni non programmata nel tentativo di limitare le crescenti pressioni sui rendimenti.

Nel frattempo ieri la banca centrale svedese ha alzato i tassi di 100 punti base, la maggior stretta in circa trent’anni, preannunciando già un ritocco dello 0,5% a novembre e dello 0,25% a febbraio.

Sul forex, il cambio euro/dollaro si mantiene sotto la parità in area 0,996 mentre il cambio tra il biglietto verde e lo yen risale a quota 144,00. Tra le materie prime, petrolio in frazionale rialzo con il Brent (+0,4%) a 91 dollari e il Wti (+0,3%) a 84,20 dollari al barile.

Il tutto dopo che ieri a Wall Street lo S&P 500 ha ceduto l’1,1%, il Dow Jones e il Nasdaq entrambi l’1%.