Mercati – Chiusura in rialzo prima della Fed, Milano +1,2%

Finale perlopiù positivo per le borse europee, mentre Wall Street prosegue in modesto rialzo aspettando le delibere della Federal Reserve. A Piazza Affari, il Ftse Mib termina in progresso dell’1,2% a 22.035 punti. Ben intonati anche il Ftse 100 di Londra (+0,6%) il Dax di Francoforte (+0,8%) e il Cac 40 di Parigi (+0,9%), poco mosso l’Ibex 35 di Madrid (+0,1%). Oltreoceano, avanzano gli indici americani Dow Jones (+0,5%), S&P500 (+0,6%) e Nasdaq (+0,4%) dopo i cali di ieri.

Riflettori puntati sulla banca centrale americana, che questa sera annuncerà quasi certamente un incremento dei tassi di interesse pari a 75 punti base, il terzo consecutivo di tale entità, per contrastare l’inflazione. Meno probabile una stretta da un punto percentuale, nonostante qualche stima in tal senso.

Gli operatori presteranno particolare attenzione alle proiezioni economiche aggiornate e alle parole del presidente Jerome Powell, che potrebbero aiutare a delineare le prossime mosse di politica monetaria.

Oltre alla Fed, diversi istituti in tutto il mondo stanno alzando il costo del denaro per far fronte all’aumento record dei prezzi. Tuttavia, la prospettiva di un ulteriore inasprimento delle condizioni di finanziamento alimenta l’incertezza per la tenuta degli utili, con il rischio di una possibile recessione.

Ieri la banca centrale svedese ha aumentato i tassi di 100 punti base e domani sono attesi nuovi interventi da parte della Bank of England, dalla Norges Bank e dalla Banca nazionale svizzera. La Bank of Japan, invece, ha annunciato un’operazione di acquisto bond non programmata nel tentativo di limitare le pressioni sui rendimenti prima delle decisioni di politica monetaria di domani.

A frenare il sentiment contribuiscono anche i timori di un’ulteriore escalation nel conflitto tra Russia e Ucraina dopo la mobilitazione parziale di 300 mila riservisti annunciata da Mosca.

Sul Forex, il dollaro mantiene le posizioni di forza nei confronti delle altre valute, in una giornata priva di appuntamenti macroeconomici significativi. L’euro/dollaro scende sotto quota 0,99, a 0,988, mentre il cambio tra biglietto verde e yen si apprezza a 144,2.

Tra le materie prime, invertono la rotta le quotazioni del greggio con il Brent (-0,6%) a 90,1 dollari e il Wti (-0,7%) a 83,4 dollari, con le preoccupazioni per il rallentamento dell’economia che mettono in secondo piano l’annuncio di Putin. Intanto, dai dati settimanali dell’Energy Information Administration è emerso un aumento delle scorte statunitensi.

Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund si contrae a 222 punti base, con il rendimento del decennale italiano in leggera discesa al 4,11%.

Tornando a Piazza Affari, sul Ftse Mib spicca Telecom Italia (+5,7%), dopo l’ingresso del patron di Iliad, Xavier Niel, in Vodafone con una quota del 2,5%, operazione che riporta l’attenzione sul consolidamento del comparto. Acquisti su Leonardo (+5,5%) in scia alla buona intonazione dei titoli della difesa. In rialzo anche Iveco (+4,1%) e Stm (3,25%). In coda al Ftse Mib, con ribassi contenuti, Intesa Sanpaolo (-0,7%) e Pirelli (-0,5%).