Mercati Usa – Apertura poco mossa all’indomani della Fed

Partenza poco mossa a Wall Street, dopo che la Federal Reserve ha confermato il proprio impegno nella lotta all’inflazione anche a costo di rischiare una recessione. Dopo pochi minuti di scambi, il Nasdaq cede lo 0,3% e lo S&P 500 lo 0,2%, mentre il Dow Jones avanza dello 0,1%.

Come da attese, ieri la Fed ha alzato i tassi di interesse di 75 punti base per la terza volta consecutiva, portandoli sui massimi da inizio 2008 al 3-3,25% e anticipando ulteriori strette nei mesi a venire, a conferma di una strategia molto aggressiva nella lotta all’inflazione.

L’istituto di Washington ha inoltre tagliato le previsioni di crescita del Pil allo 0,2% per il 2022 e all’1,2% per il 2023, indicando che i tassi potrebbero salire al 4,4% quest’anno e al 4,6% il prossimo.

Sempre in tema banche centrali, l’intervento della Fed ha preceduto i rialzi odierni della Bank of England, della Norges Bank e della Banca nazionale svizzera, con quest’ultima che ha abbandonato i tassi negativi dopo quasi 8 anni.

Intanto sul Forex il biglietto verde rifiata nei confronti delle altre valute, con il cambio euro/dollaro risalito a 0,986. In calo il dollaro/yen a 141,4 dopo l’intervento del Giappone a sostegno della propria valuta, scesa sui minimi da 24 anni in seguito alla conferma di una politica monetaria ultra-accomodante da parte della Bank of Japan.

Tra le materie prime in rialzo le quotazioni del greggio con il Brent (+3%) a 92,5 dollari e il Wti (+3,3%) a 85,6 dollari, in scia alle speranze di ripresa della domanda cinese e ai timori di un’ulteriore escalation del conflitto in Ucraina.

Nel comparto obbligazionario, infine, il rendimento del decennale americano si impenna di circa undici punti base al 3,64% e quello sul biennale sale di circa quattro punti base al 4,09%.