Mercati asiatici – Seduta all’insegna della lettera, giù in particolare Giappone, Corea del Sud e Taiwan

Seduta di forti vendite sui principali listini asiatici, dopo un’altra chiusura in calo per Wall Street, appesantiti dai timori di un’inflazione elevata e di una recessione globale.

In Cina, Shanghai cede lo 0,4% e Shenzhen tiene a +0,1%. Hong Kong segna un -0,6%. in deciso calo il Giappone con il Nikkei a -2,6% e Topix a -2,7%. Giù anche Corea del Sud (-2,8%) e Taiwan (-2,4%).

Le recenti mosse della Federal Reserve e di altre banche centrali di tutto il mondo – dalla Svizzera al Sudafrica, dalla Gran Bretagna alla Norvegia e Indonesia – per contrastare l’inflazione, sollevano interrogativi sulle prospettive dell’economia globale. L’inasprimento della politica monetaria rischia infatti di frenare ulteriormente la crescita e di pesare sui conti societari e sull’azionario.

Intanto in Giappone, dall’agenda macro è emerso che il dato preliminare di settembre del PMI manifatturiero della Jibun Bank si è attestato a 51,0 punti, inferiore al dato finale di agosto (51,5 punti). L’indice PMI servizi è salito a 51,9 punti, rispetto alla rilevazione precedente (49,5 punti). Dinamica analoga per il dato riguardante il PMI composito, che ha raggiunto i 50,9 punti dai 49,4 punti di agosto.

Sullo sfondo continuano a pesare le tensioni tra Pechino e Taiwan.

Sul forex, il cambio euro/dollaro scende a 0,963 mentre il cambio tra il biglietto verde e lo yen risale in area 143,8. Tra le materie prime, petrolio in frazionale ribasso con il Brent (-0,8%) a 84,3 dollari e il Wti (-0,8%) a 78,1 dollari al barile.

Il tutto dopo che venerdì a Wall Street il Dow Jones ha ceduto l’1,6%, lo S&P500 l’1,7% e il Nasdaq l’1,8%.