Mattinata volatile per le borse europee, con gli operatori intenti a valutare l’esito del voto in Italia e le prospettive per l’economia, in un contesto di persistente inflazione elevata e di inasprimento della politica monetaria.
Il Ftse Mib annulla i precedenti rialzi e scambia poco mosso (+0,1%) in area 21.090 punti, dopo le elezioni che hanno visto prevalere il centrodestra con Fdi di Giorgia Meloni come primo partito. In peggioramento anche il Cac 40 di Parigi (-0,5%), il Dax di Francoforte (-0,5%), il Ftse 100 di Londra (-0,7%) e l’Ibex 35 di Madrid (-1,1%), mentre i future sugli indici americani Dow Jones, S&P500 e Nasdaq cedono lo 0,7-0,8%, dopo le vendite della scorsa ottava.
Nei prossimi giorni l’attenzione resterà focalizzata sui dati macroeconomici, tra i quali il Pil statunitense e i Pmi cinesi, per valutare l’outlook economico dopo le mosse restrittive già effettuate e quelle ulteriori annunciate dalle banche centrali.
L’indice Ifo tedesco di settembre ha evidenziato un calo oltre le attese a 84,3 punti, rimarcando il pessimismo delle aziende a causa della crisi energetica e le prospettive di recessione.
In giornata è previsto un intervento di Christine Lagarde, presidente della Bce, davanti alla Commissione Affari economici e monetari del Parlamento europeo. Nel frattempo, il vicepresidente dell’Eurotower Luis de Guindos ha ribadito che l’inflazione resta il problema principale della regione e rappresenta una minaccia per gli investimenti e la spesa dei consumatori.
Sono state pubblicate, inoltre, le prospettive economiche intermedie dell’Ocse che prevedono un lungo periodo di crescita debole. Le stime sul Pil italiano sono state riviste a +3,4% nel 2022 (da +2,5%) e a +0,4% nel 2023 (da +1,2%).
Sul Forex prosegue la corsa su nuovi record del dollaro, con l’EUR/USD a 0,965 e il cambio tra biglietto verde e yen in salita a 144,1. Ancora in calo la sterlina a 1,07 dollari, dopo aver toccato un minimo storico sotto quota 1,04 in scia al piano fiscale annunciato dal governo, che prevede tagli alle tasse e fa temere per un ulteriore accelerazione dell’inflazione.
Tra le materie prime perdono ancora terreno le quotazioni del greggio, reduci dal quarto declino settimanale consecutivo e scivolate sui minimi da inizio gennaio, con il Brent (-0,5%) a 84,6 dollari e il Wti (-0,4%) a 78,4 dollari.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund si amplia a 237 punti base con il rendimento del decennale italiano al 4,48%.
Tornando a Piazza Affari, fra le aziende maggiormente capitalizzate avanzano soprattutto Telecom Italia (+3,9%), Finecobank (+3,7%) e Moncler (+3,4%) mentre arretrano Terna (-1,2%), Buzzi (-1,4%) ed Enel (-2,8%).