Mercati – Milano chiude in controtendenza (+0,7%) ma sale lo spread

Seduta volatile per le borse del Vecchio Continente mentre Wall Street prosegue debole. Il Ftse Mib di Milano archivia gli scambi in rialzo dello 0,7% a 21.207 punti, all’indomani delle elezioni vinte dal centrodestra con l’affermazione di Fdi di Giorgia Meloni come primo partito.

Invariato il Ftse 100 di Londra, negativi il Cac 40 di Parigi (-0,2%), il Dax di Francoforte (-0,5%), e l’Ibex 35 di Madrid (-0,8%). Oltreoceano si muovono senza una direzione precisa Dow Jones (-0,6%), S&P500 (-0,5%) e Nasdaq (flat), reduci da quattro sedute consecutive in rosso.

L’incertezza legata all’elevata inflazione e all’inasprimento della politica monetaria continua a condizionare le prospettive economiche e dei mercati. Nei prossimi giorni l’attenzione resterà focalizzata sui dati macro, tra cui il Pil statunitense e i Pmi cinesi, mentre in giornata è stato diffuso l’indice Ifo tedesco di settembre (in calo oltre le attese).

Christine Lagarde, presidente della Bce, è intervenuta davanti alla Commissione Affari economici e monetari del Parlamento europeo, annunciando un rallentamento dell’economia nei prossimi mesi e confermando ulteriori rialzi dei tassi nelle prossime riunioni. Gli analisti si attendono un altro ritocco da 75 punti base ad ottobre.

La Lagarde ha ribadito che i rischi connessi all’inflazione restano orientati al rialzo, anche a causa della crisi energetica. A tal proposito, la Commissione europea dovrebbe discutere la fattibilità di un tetto al prezzo del gas naturale in un documento da presentare agli Stati membri mercoledì.

Intanto l’Ocse ha pubblicato le prospettive economiche intermedie, che prevedono un lungo periodo di crescita debole. Le stime sul Pil italiano sono state riviste a +3,4% nel 2022 (da +2,5%) e a +0,4% nel 2023 (da +1,2%).

Sul Forex prosegue la corsa su nuovi record del dollaro, con l’EUR/USD a 0,963 e il cambio tra biglietto verde e yen in salita a 144,4. La sterlina resta in calo a 1,069 dollari, mentre crescono le ipotesi di un intervento della Bank of England contro la svalutazione della moneta, innescata dal nuovo piano fiscale che fa temere per un aumento dell’inflazione.

Tra le materie prime cambiano nuovamente direzione le quotazioni del greggio, con il Brent (-1,2%) a 84,0 dollari e il Wti (-1%) a 78,0 dollari, dopo il quarto declino settimanale consecutivo che le ha portate sui minimi da inizio gennaio.

Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund si amplia di 12 punti base a 242 punti base con il rendimento del decennale italiano che si impenna al 4,51%.

Tornando a Piazza Affari, fra le aziende maggiormente capitalizzate avanzano soprattutto Finecobank (+3,55%), Moncler (+3,5%), sostenuta dalle indicazioni sul secondo semestre fornite dall’Ad Remo Ruffini, e Banca Mediolanum (+2,7%) mentre arretrano le utilities Enel (-2,1%), Terna (-0,9%) e Snam (-0,8%).