Mercati asiatici – Vendite diffuse, giù Hong Kong

Seduta in calo per i principali listini asiatici, dopo l’andamento cauto di Wall Street, in un contesto di elevata volatilità, con i mercati condizionati dalle preoccupazioni per inflazione e il rischio di recessione.

In Cina, Shanghai cede l’1,1% e Shenzhen l’1,7% mentre Hong Kong lascia sul terreno il 2,5%. In calo anche il Giappone con Nikkei a -1,9% e Topix a -1,3%.

Le recenti turbolenze che hanno investito in particolare l’equity non hanno modificato l’atteggiamento aggressivo delle banche centrali, determinate a riportare sotto controllo i prezzi anche a costo di sopportare un ulteriore rallentamento dell’economia.

Una linea confermata dagli ultimi interventi di diversi esponenti della Fed. Tra questi, James Bullard, presidente della Fed di St. Louis, ha ribadito la determinazione della banca centrale a domare l’inflazione con una politica monetaria più restrittiva, aumentando la divergenza con Giappone e Cina.

In Europa, la presidente della Bce Christine Lagarde ha ribadito che ci saranno ulteriori strette monetarie, mentre la Bank of England potrebbe intervenire in tempi brevi per arginare il crollo della sterlina e dei titoli di Stato innescato dal piano fiscale del governo.

Tornando in Asia, dall’agenda macro del Giappone si segnala che a luglio il Leading Index (finale) si è attestato a 98,9 punti, inferiore ai 99,6 punti del dato preliminare.

Intanto, sul forex, il cambio euro/dollaro scende a quota 0,956 mentre il cambio tra il biglietto verde e lo yen sale in area 144,7. Tra le materie prime, petrolio in calo con il Brent (-1,4%) a 83,7 dollari e il Wti (-1,5%) a 77,3 dollari al barile.

Il tutto dopo che ieri a Wall Street il Nasdaq è salito dello 0,2%, mentre il Dow Jones ha ceduto lo 0,4% e lo S&P500 lo 0,2%.