Mercati asiatici – Cina flat, per la banca centrale stabilità valutaria ha massima priorità

Seduta perlopiù cauta per i principali listini asiatici, dopo la chiusura in rialzo di Wall Street e con lo sguardo che resta puntato sulle banche centrali e sulle questione geopolitiche.

Cina flat con Shanghai -0,1% e Shenzhen in parità così come Hong Kong a +0,1%. Bene il Giappone con Nikkei a +0,9% e Topix a +0,7%.

Dopo che lo yuan ha registrato la sessione più debole da gennaio 2008, la People’s Bank of China ha sottolineato che il mercato dei cambi è di grande importanza e il mantenimento della stabilità è la massima priorità, esortando anche i membri del China FX Market Self-Regulatory Framework, che si occupa di autoregolamentazione e coordinamento del mercato, a prevenire forti fluttuazioni della valuta.

“Bisogna rendersi conto che i tassi di cambio non possono mai essere previsti con precisione e la fluttuazione bidirezionale è la norma”, ha aggiunto l’istituto cinese.

Occhi anche sulla Bank of England dopo aver reso noto che acquisterà titoli di Stato a lunga scadenza, in una operazione che sarà interamente finanziata dal Tesoro. Una decisione presa in considerazione di un “rischio concreto per la stabilità finanziaria del Regno Unito” se le turbolenze degli scambi di bond dovessero proseguire dopo che i rendimenti dei titoli di Stato britannici a 30 anni sono saliti ai massimi dal 1998.

Sul fronte geopolitico, la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha presentato, tra le misure contro la Russia, un tetto massimo al prezzo del petrolio di Mosca destinato ai Paesi terzi, gettando quindi le basi legali per il price cap, richiesto da 15 Stati membri, Germania esclusa.

L’Europa chiede nel contempo un’inchiesta internazionale sul probabile sabotaggio del Nord Stream, con i russi che dicono di essere disposti a collaborare.

Intanto, sul forex, il cambio euro/dollaro ridiscende a quota 0,967 mentre il cambio tra il biglietto verde e lo yen risale in area 144,6. Tra le materie prime, petrolio in ribasso con il Brent (-0,8%) a 87,3 dollari e il Wti (-0,9%) a 81,4 dollari al barile.

Il tutto dopo che ieri a Wall Street il Nasdaq ha chiuso a +2,1%, lo S&P500 a +2% e il Dow Jones a +1,9%.