Mercati Usa – Previsto avvio in rosso con ritorno clima di avversione al rischio

I futures sull’azionario Usa scambiano in calo, preannunciando una partenza negativa a Wall Street con il ritorno di un clima risk-off sui mercati tra i persistenti timori legati all’elevata inflazione e al rischio recessione.

Chiusura in rialzo ieri per i principali indici americani, che hanno registrato la miglior seduta da inizio agosto e con lo S&P 500 che ha interrotto una striscia di sei sedute consecutive di ribassi in scia all’intervento della Bank of England.

L’istituto di Londra ha annunciato che effettuerà acquisti di titoli di Stato a lunga scadenza per 65 miliardi di sterline, in una mossa che ha contribuito a riportare un po’ di sollievo sui mercati.

Una calma che ha però avuto breve durata, con l’equity tornato a scendere oggi e i rendimenti dei bond di nuovo in salita, mentre la premier britannica Liz Truss ha difeso il maxi pacchetto di tagli alle tasse che ha provocato i recenti tumulti.

Lo S&P 500 si avvia a chiudere il terzo trimestre consecutivo in perdita per la prima volta dalla crisi finanziaria del 2008, tra le aspettative che la Federal Reserve manterrà il suo atteggiamento aggressivo per riportare i prezzi sotto controllo.

Il presidente della Fed di Atlanta, Raphael Bostic, si è detto favorevole ad alzare i tassi di interesse di altri 125 punti base entro fine anno per contrastare un’inflazione peggiore di quanto si aspettasse.

Ad appesantire il sentiment degli operatori contribuiscono anche le tensioni geopolitiche, che si sono aggravate negli ultimi giorni dopo i sabotaggi dei gasdotti Nordstream, mentre l’Ue ha annunciato nuove sanzioni contro la Russia, tra cui l’introduzione di un tetto massimo al prezzo del petrolio di Mosca destinato a Paesi terzi.

Sul fronte macro, infine, la lettura finale del Pil Usa del secondo trimestre ha confermato le attese e la stima preliminare, evidenziando una contrazione dello 0,6%. Le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione, invece, si sono attestate a 193 mila unità, al di sotto delle 215 mila previste dal consensus e alle 213 mila della rilevazione precedente.