Mercati asiatici – Seduta sugli scudi, spiccano Giappone e Australia

Seduta di acquisti per i principali listini asiatici, orfani di Cina e Hong Kong chiuse per festività, e dopo il rimbalzo di Wall Street.

In Giappone il Nikkei guadagna il 2,9% e Topix il 3,2%, spinto dalle azioni tecnologiche. In evidenza anche l’Australia (+3,8%) e la Corea del Sud (+2,5%).

Nonostante gli acquisti sull’equity globale, il clima resta volatile, a causa delle incertezze legate all’inflazione, all’inasprimento della politica monetaria e al rischio di recessione economica.

I deboli dati manifatturieri statunitensi di ieri hanno spinto i trader ad allentare le scommesse sull’atteggiamento aggressivo della Federal Reserve.

Ma gli operatori restano in attesa dei dati di venerdì sul mercato del lavoro statunitense, che aiuteranno a capire quanto effettivamente la Fed possa alzare velocemente i tassi senza deteriorare eccessivamente il quadro complessivo.

Il presidente della Fed di New York, John Williams, ha affermato che la banca centrale statunitense non ha ancora alzato i tassi di interesse a livelli che stanno limitando la crescita economica e che l’inasprimento ha ancora strade “significative” da percorrere.

Tornando nell’Asia-Pacifico, la Banca centrale australiana ha sorpreso gli investitori aumentando i tassi di interesse di un quarto di punto percentuale.

Nel frattempo in Giappone, secondo i dati diffusi dal ministero di Affari Interni e Comunicazione, a settembre l’indice dei prezzi al consumo nella regione di Tokyo è aumentato del 2,8% annuo, in linea con le attese (+2,8%) e dopo il +2,9% di agosto. L’inflazione core ha riportato una variazione positiva del 2,8% su base annua, in linea con il consensus (+2,8%) e dopo il +2,6% del mese precedente.

Sullo sfondo continuano a pesare le tensioni geopolitiche con il Parlamento russo, la Duma, che ha ratificato l’annessione delle quattro regioni dell’Ucraina nelle quali si è svolto quello che, a livello internazionale, è stato definito “referendum farsa”.

Intanto, sul forex, il cambio euro/dollaro risale a quota 0,986 e il cambio tra il biglietto verde e lo yen a 144,8. Tra le materie prime, petrolio in rialzo con il Brent (+0,6%) a 89,41 dollari e il Wti (+0,5%) a 84,06 dollari al barile in attesa della riunione dell’Opec+ di mercoledì che potrebbe decidere una riduzione dell’output superiore a quanto suggerito dalla Russia per sostenere i prezzi.

Il tutto dopo che ieri a Wall Street il Dow Jones ha guadagnato il 2,7%, lo S&P 500 il 2,6%, e il Nasdaq il 2,3%.