Mercati – Tornano le vendite, Milano chiude a -1,5%

Giornata negativa per le borse europee, dopo due giorni consecutivi di rialzi. Il Ftse Mib archivia gli scambi in ribasso del 1,5% a 21.360 punti, debole come l’Ibex 35 di Madrid (-1,5%), il Dax di Francoforte (-1,2%), il Cac 40 di Parigi (-0,9%) e il Ftse 100 di Londra (-0,5%). In rosso anche gli indici americani Dow Jones (-0,9%), S&P500 (-1,2%) e Nasdaq (-1,7%).

L’ottimismo per un possibile allentamento della strategia restrittiva da parte delle banche centrali si è affievolito, in attesa di concreti segnali di raffreddamento dei prezzi che giustifichino una politica monetaria meno aggressiva.

Negli Usa, aspettando il job report in uscita venerdì, l’indice ISM servizi e il rapporto Adp sul numero di impieghi nel settore privato hanno sovraperformato le stime degli analisti, restituendo un quadro ancora solido e apparentemente in grado di reggere nuove strette.

Inoltre, il presidente della Fed di San Francisco, Mary Daly, ha respinto l’ipotesi di un taglio dei tassi il prossimo anno, ribadendo che la banca centrale mira a mantenere la politica rigida per riportare l’inflazione al 2%.

Nell’eurozona, invece, la produzione nel settore privato ha registrato la maggior contrazione da gennaio 2021, a causa dell’inflazione, dei costi in aumento e della minor domanda.

Il tutto, in un contesto appesantito anche dalle tensioni geopolitiche in Ucraina e nel Pacifico, mentre i Paesi europei lavorano ad una proposta comune per fronteggiare la crisi energetica.

Sul Forex l’euro/dollaro scende a 0,987 dopo essersi precedentemente riavvicinato alla parità, mentre il cambio tra biglietto verde e yen risale a 144,8. In calo la sterlina a 1,28 dopo il recupero degli ultimi giorni in scia al ritiro del piano fiscale del governo.

Tra le materie prime avanzano le quotazioni del greggio con il Brent (+2,3%) a 93,9 dollari e il Wti (+2,2%) a 88,4 dollari, dopo che l’Opec+ ha annunciato un taglio alla produzione di 2 milioni di barili al giorno. Si tratta della maggior riduzione dal 2020, anche se diversi Paesi membri stanno già producendo in linea con i nuovi limiti fissati. Nel frattempo, i dati dell’Energy Information Administration mostrano un calo delle scorte statunitensi.

Rendimenti in rialzo sull’obbligazionario, con lo spread Btp-Bund che torna ad ampliarsi a circa 242 punti base e il decennale italiano in aumento al 4,44%. Intanto, Moody’s ha messo in guardia su un possibile peggioramento del rating sovrano in caso di deviazioni dal Pnrr, mancata attuazione delle riforme e significativo indebolimento delle prospettive di crescita.

Tornando a Piazza Affari, tra le aziende maggiormente capitalizzate avanzano soprattutto Saipem (+8,6%), Banca Generali (+1,6%), Eni (+1,6%) e Stm (+1,5%). In calo invece Hera (-5,1%), Pirelli (-4,1%), Telecom Italia (-4,0%) e A2A (-3,9%).