Mercati asiatici – Altra seduta positiva, in evidenza la Corea del Sud (+1,3%)

Giornata positiva per i principali listini asiatici, con la Cina ancora chiusa per festività, in scia al recupero di Wall Street che riesce a ridurre le perdite registrate nella prima parte della seduta.

Giappone in frazionale rialzo, con Nikkei e Topix che guadagnano rispettivamente lo 0,9% e lo 0,7%; Hong Kong flat dopo il rally della seduta precedente, mentre la Corea del Sud avanza dell’1,3%.

L’ottimismo per un possibile allentamento della strategia restrittiva da parte delle banche centrali si è affievolito, in attesa di concreti segnali di raffreddamento dei prezzi che giustifichino una politica monetaria meno aggressiva.

Negli Usa, aspettando il job report in uscita venerdì, l’indice ISM servizi e il rapporto Adp sul numero di impieghi nel settore privato hanno sovraperformato le stime degli analisti, restituendo un quadro ancora solido e apparentemente in grado di reggere nuove strette.

Sul punto, il presidente della Federal Reserve Bank di Atlanta, Raphael Bostic, ha dichiarato di essere favorevole all’aumento dei tassi di interesse al 4,5% entro la fine dell’anno, il che implica un ulteriore inasprimento di 125 punti base. Ancora, la presidente della Fed di San Francisco, Mary Daly, ha messo in guardia dal prevedere tagli dei tassi nel 2023, ribadendo che la banca centrale mira a mantenere una politica rigida per riportare l’inflazione al 2%.

Tornando in Asia-Pacifico, la Banca centrale della Nuova Zelanda ha alzato il suo tasso di interesse principale per l’ottava volta consecutiva in un anno, nel tentativo di frenare l’inflazione. Il tasso di riferimento è stato aumentato di 50 punti base al 3,5%, un livello che non veniva toccato da maggio 2015.

Sullo sfondo continuano intanto a pesare le tensioni geopolitiche in Ucraina e nel Pacifico, mentre i Paesi europei lavorano ad una proposta comune per fronteggiare la crisi energetica.

Sul forex, il cambio euro/dollaro risale a quota 0,992 mentre il cambio tra il biglietto verde e lo yen si mantiene a 144,5. Tra le materie prime, petrolio poco mosso con il Brent (flat) a 93,37 dollari e il Wti (-0,1%) a 87,70 dollari al barile, dopo che l’Opec+ ha annunciato un taglio alla produzione di 2 milioni di barili al giorno.

Il tutto dopo che ieri a Wall Street il Nasdaq e lo S&P500 hanno chiuso a -0,2%, e il Dow Jones a -0,1%.