Chiusura in calo per le borse europee, seppur al di sopra dei minimi intraday, mentre Wall Street prosegue incerta, in un clima appesantito dai crescenti rischi di recessione.
Il Ftse Mib termina in ribasso dello 0,9% a 20.730 punti, così come il Ftse 100 di Londra (-1,1%), l’Ibex 35 di Madrid (-0,7%), il Dax di Francoforte (-0,4%) e il Cac 40 di Parigi (-0,1%). Oltreoceano, variazioni contrastanti per Dow Jones (+0,7%), S&P500 (+0,1%) e Nasdaq (-0,1%), in miglioramento rispetto all’apertura.
Il sentiment dei mercati rimane fragile in attesa delle minute della Fed di domani e dei dati americani sui prezzi al consumo in uscita giovedì, che contribuiranno a formulare le aspettative sulle prossime mosse della banca centrale statunitense. Al momento, sembra scontato un altro rialzo dei tassi di 75 punti base a novembre, dopo quelli di pari entità delle ultime tre riunioni.
Il quadro economico, caratterizzato da un peggioramento dell’outlook, persistente inflazione e dalla prospettiva di ulteriori strette monetarie, alimenta i timori di recessione e continua a frenare gli acquisti sugli asset rischiosi.
Preoccupazioni confermate dalle indicazioni del Fondo Monetario internazionale, che ha tagliato la previsione sul Pil mondiale del 2023 al 2,7%, lasciando invariata al +3,2% la stima per l’anno in corso. Per quanto riguarda l’Italia, le proiezioni indicano un +3,2% nel 2022 e una contrazione dello 0,2% nel 2023. Anche per la Germania è attesa una recessione l’anno prossimo (-0,3%).
Ad appesantire il clima contribuiscono le crescenti tensioni geopolitiche, con la minaccia di nuovi attacchi missilistici russi in Ucraina, e il pessimismo per la stagione di trimestrali alle porte, che prevede questa settimana i conti delle grandi banche a stelle e strisce.
Sul Forex l’euro/dollaro risale a 0,973 e il cambio tra biglietto verde e yen rimane poco mosso a 145,6. Sterlina in area 1,114 dollaro dopo l’annuncio della Banca d’Inghilterra sull’estensione degli acquisti di bond per garantire stabilità finanziaria ai mercati dopo le recenti turbolenze.
Tra le materie prime, perdono terreno le quotazioni del greggio con il Brent (-2,0%) a 94,2 dollari e il Wti (-2,1%) a 89,2 dollari al barile.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund si attesta a 237 punti base, con il rendimento del decennale italiano al 4,68%, in aumento rispetto a ieri dopo la smentita di un’apertura della Germania all’emissione di debito comune per far fronte alla crisi energetica.
Tornando a Piazza Affari, sul Ftse Mib arretrano soprattutto Hera (-3,5%), Stm (-3,1%), Telecom Italia (-3,0%) e Amplifon (-2,8%). In controtendenza Campari (+1,7%), Prysmian (+1,5%), Recordati (+1,3%) e Ferrari (+1,2%).