Mercati – Seduta debole per l’Europa, Milano termina a -0,2%

Dopo i recenti acquisti, torna la cautela sull’azionario. Le borse europee chiudono in lieve calo con il Ftse Mib di Milano in flessione dello 0,2% a 21.472 punti. In leggero ribasso anche il Dax di Francoforte (-0,2%), il Ftse 100 di Londra (-0,2%), l’Ibex 35 di Madrid (-0,3%) e il Cac 40 di Parigi (-0,4%).

Oltreoceano, viaggiano senza una direzione precisa Dow Jones (flat), S&P500 (-0,4%) e Nasdaq (-0,5%), con Netflix a +14% dopo aver registrato un incremento degli utenti superiore alle previsioni.

Le indicazioni positive provenienti dai risultati societari sono controbilanciate dal quadro macroeconomico incerto e dai persistenti rischi legati all’elevata inflazione e all’inasprimento della politica monetaria, che suggeriscono prudenza e frenano nuovamente gli acquisti sull’azionario.

Inoltre, le attese per questa stagione di trimestrali erano già state ridotte a causa dello scenario incerto, per cui i risultati sopra le stime non scaldano eccessivamente gli operatori che continuano invece a focalizzarsi sui dati macro e sulle indicazioni delle banche centrali.

Negli Usa, calano le costruzioni di nuove case e i mutui balzano ai massimi da due decenni, mentre il presidente della Fed di Minneapolis, Neel Kashkari, ha dichiarato che la banca centrale non potrà smettere di alzare i tassi una volta raggiunto il 4,5%-4,75% se l’inflazione “sottostante” continuerà a mostrare segnali di accelerazione. In serata verrà diffuso il  Beige Book dell’istituto di Washington.

Nell’eurozona, invece, sono stati pubblicati i dati finali di settembre sui prezzi al consumo, in rialzo del 9,9% annuo rispetto al +10% della rilevazione preliminare e al +9,1% di agosto.

Sul Forex l’euro/dollaro si riduce a 0,978 e il cambio tra biglietto verde e yen resta su livelli elevati e sotto osservazione delle autorità nipponiche a 149,8. In calo la sterlina a 1,123 dollari dopo l’impennata dell’inflazione britannica al 10,1% nel mese di settembre. Il dato eguaglia il massimo degli ultimi 40 anni, mettendo ulteriore pressione al governo Truss e alla Bank of England.

Tra le materie prime guadagnano terreno le quotazioni del greggio con il Brent (+1%) a 90,9 dollari e il Wti (+0,7%) a 82,7 dollari, tra i timori che le nuove sanzioni europee alla Russia possano ridurre ulteriormente l’offerta e i tentativi degli Stati Uniti Usa di alleviare i prezzi mediante il rilascio di 15 milioni di barili dalle proprie riserve strategiche. Intanto i dati Eia sulle scorte settimanali hanno evidenziato un calo a sorpresa.

Vendite sull’obbligazionario, con il rendimento del decennale americano sui massimi dal 2008 base in prossimità del 4,1%. Lo spread Btp-Bund si attesta a 238 punti base, con il rendimento del decennale italiano al 4,75%.

Tornando a Piazza Affari, fra le aziende maggiormente capitalizzate si distinguono Tenaris (+2,9%), Leonardo (+1,3%) e Banca Mediolanum (+1,3%) mentre arretrano soprattutto Nexi (-3,9%), Inwit (-2,7%) e Campari (-2,7%).