Next Gems, redditività stabile per il 2023 secondo gli investitori

Piccole e medie imprese italiane quotate a prova di inflazione e volatilità dei prezzi, secondo gli operatori finanziari presenti a Next Gems, la investor conference dedicata alle “gemme” di Piazza Affari, società quotate con capitalizzazione fino a cento milioni di euro.

Questa la prima evidenza che emerge da un sondaggio somministrato agli investitori presenti alla conference, chiusasi quest’oggi a Palazzo Mezzanotte, al termine di due giornate che hanno visto le 42 aziende partecipanti impegnate in un fitto programma di circa 420 meeting organizzati con 86 operatori rappresentanti 56 case di investimento.

Praticamente unanime il giudizio degli intervistati sulle attese di redditività delle imprese nel secondo semestre 2022 e nel 2023: l’aspettativa, in particolare, è che i business model rappresentati, tipici di PMI flessibili e organizzate, reagiscano efficacemente alle incertezze dettate dalla spinta inflazionistica e dalla crisi della supply chain, con un effetto di stabilità sugli utili.

D’altra parte, proprio la focalizzazione sulla reazione immediata alle incertezze, che nascono da scenari inediti, al fine di mantenere la redditività, rende in questa fase, nullo l’interesse nei confronti delle tematiche ESG, orizzonte ancora lontano e attualmente non affrontato nei dialoghi tra le piccole e medie quotate e la comunità finanziaria.

L’aumento dei costi energetici, altra questione affrontata nel sondaggio, è secondo gli operatori un problema che colpirà essenzialmente le società legate alla produzione industriale, settore più rappresentato (15%) tra le imprese partecipanti a Next Gems insieme a quello dei servizi ICT, software e tech.

«Siamo particolarmente soddisfatti dalla riuscita di questa terza edizione – affermano i promotori di Next Gems, Mara di Giorgio, founder di T.W.I.N, e Pietro Barbi, CEO di Virgilio ir – Innanzitutto, per la partecipazione delle società, segnale della volontà di mantenere il dialogo con il mercato, anche in una congiuntura economica difficile come quella che stiamo vivendo; in secondo luogo, per lo stimolo che arriva dal dialogo con gli investitori istituzionali: fare benchmark e guardare ad esperienze diverse può rappresentare un’opportunità di riflessione strategica, utile in modo particolare in questo momento. Siamo orgogliosi, a tal proposito, di essere riusciti a coinvolgere anche quest’anno una quota di investitori stranieri (circa il 20% dei presenti) e di aver replicato il format dei meeting fisici: dopo il boom del virtuale creato dalla pandemia, oggi tanto le aziende, quanto gli investitori ci riportano che l’efficacia di un incontro in presenza è ineguagliabile».