Mercati – Europa rallenta dopo i dati macro ma resta positiva, Milano +0,8%

Le borse del Vecchio Continente rallentano rispetto all’apertura, complici i dati macroeconomici sottotono dell’area euro e la frenata dei future di Wall Street. Il Ftse Mib di Milano guadagna lo 0,8% in area 21.740 punti, positivo ma al di sotto dei massimi intraday, come l’Ibex 35 di Madrid (+1,3%), il Dax di Francoforte (+0,9%), il Cac 40 di Parigi (+1,0%) e il Ftse 100 di Londra (+0,1%). Perdite tra lo 0,2% e lo 0,4% per i derivati sugli indici americani Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq, dopo la chiusura positiva di venerdì con rialzi oltre il 2%.

Gli operatori continuano a monitorare la stagione di trimestrali statunitensi e l’outlook economico, in attesa delle delibere in arrivo dalle banche centrali. Questa settimana sono attesi i conti dei colossi Apple, Microsoft, Alphabet, Amazon e Meta Platforms, che contribuiranno a testare la tenuta degli utili in uno scenario sfidante. Giovedì l’attenzione si concentrerà sulla Bce, prossima ad effettuare un altro rialzo aggressivo dei tassi per contrastare l’inflazione, mentre mercoledì prossimo toccherà alla Federal Reserve.

Intanto i dati macro diffusi in mattinata hanno evidenziato una contrazione sempre più intensa dell’economia dell’eurozona, con il tasso di declino più rapido da aprile 2013, ad esclusione dei periodi di chiusura pandemica.

In precedenza, la Cina ha evidenziato un quadro in chiaroscuro, caratterizzato da una disoccupazione in aumento e vendite al dettaglio in calo nonostante una ripresa del Pil (+3,9% annuo nel terzo trimestre 2022). La crescita dell’economia da inizio anno (+3%) resta comunque ampiamente inferiore al target ufficiale (+5,5%) previsto dal Partito Comunista, con l’ulteriore incognita dettata dal proseguimento della campagna Covid-zero di Xi Jinping, rieletto presidente per un terzo mandato consecutivo.

Sul Forex l’euro/dollaro arretra a 0,982 e il cambio tra biglietto verde e yen sale a 149,4, mentre prosegue la volatilità sulla moneta nipponica tra gli sforzi di Tokyo per limitarne il deprezzamento e il mantenimento di una politica accomodante da parte della Bank of Japan.

La sterlina risale a 1,133 dollari, dopo che l’ex premier inglese, Boris Johnson, si è ritirato dalla corsa a Downing Street, lasciando l’ex Cancelliere dello Scacchiere, Rishi Sunak, come grande favorito nella successione a Liz Truss.

Tra le materie prime in ribasso le quotazioni del greggio, con il Brent (-1,4%) a 90,1 dollari e il Wti (-1,6%) a 83,7 dollari.

Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund rimane in area 228 punti base con il rendimento del decennale italiano al 4,65%, dopo che venerdì sera S&P ha lasciato invariato il rating ‘BBB’ sull’Italia e con outlook stabile, in attesa di valutare il governo Meloni.

Tornando a Piazza Affari, tra le aziende del Ftse Mib avanza soprattutto Telecom Italia (+2,8%), in scia alle speculazioni sul riassetto del gruppo. Bene anche Campari (+2,5%), Pirelli (+2,4%) e Recordati (+2,4%). In calo invece Amplifon (-2,6%), Cnh (-2,1%) e Moncler (-1,9%).